Gerusalemme A un seggio dalla maggioranza. Secondo i primi exit poll Benjamin Netanyahu ha vinto la sua scommessa e potrebbe avere la possibilità di formare un governo alla Knesset con i partiti della sua coalizione, con 60 seggi in totale su 120. Il leader di Blu e Bianco Benny Gantz suo principale avversario, invece ha 33 seggi e arriva con la coalizione solo a 52 seggi, compresi i 14 seggi della Lista Araba Unita. Avigdor Lieberman leader di Israel Beytenu ne ha ottenuti 6. Netanyahu poco prima della chiusura dei seggi ha chiamato al voto tutti gli israeliani. «Andate a votare in massa altrimenti vinceranno gli arabi». Ed è riuscito a mobilitare i suoi sostenitori.
I seggi sono stati aperti dalle 7 fino alle 22 ora locale. L'affluenza alle 20 era del 65,5%, la più alta dalle elezioni del 1999. Netanyahu quando è andato a votare nell'elegante quartiere di Gerusalemme Ovest vicino alla German Colony con la moglie Sara, ha chiesto agli israeliani di non avere paura del coronavirus. Per gli oltre 5.000 israeliani in quarantena a casa sono state installate cabine speciali. Dodici sono gli israeliani che finora hanno contratto il virus.
La campagna elettorale ha avuto in alcune occasioni toni forti. Netanyahu ha dichiarato che Gantz non è «idoneo» a diventare primo ministro. «È debole, non è un leader», ha affermato. Gantz invece ha sottolineato come il suo avversario si stesse comportando come se fosse parte di un clan mafioso e come fosse in gioco l'integrità della democrazia israeliana. Il Paese è in uno stato di crisi politica da quasi 12 mesi dopo che due precedenti elezioni generali ad aprile e a settembre 2019 non hanno prodotto un chiaro vincitore. Nel frattempo, pende sul capo di Bibi un'accusa per tre casi di corruzione. Dovrebbe comparire in tribunale il 17 marzo. Questa storia ha intaccato inevitabilmente la sua immagine.
Ma nonostante ciò Netanyahu ha condotto abilmente la sua campagna elettorale. Ha promesso che sarebbe andato avanti nel costruire insediamenti a est di Gerusalemme e avrebbe annesso le parti della West Bank che spetterebbero a Israele in base al piano di pace americano. Ma raggiungere la maggioranza nella Knesset non è facile. I due avversari devono ottenere 61 seggi su 120. Il blocco di destra di Netanyahu è costituito dal suo partito il Likud, un gruppo conservatore laico e una manciata di partiti ultra-ortodossi e di estrema destra. Gantz invece dovrebbe formare un'alleanza con la coalizione di centro-sinistra Laburisti-Gesher-Meretz, ma non con la Lista Unita araba, che potrebbe dare però un appoggio esterno.
Per conquistare il potere, i due leader politici devono aprirsi a strane alleanze con partiti minori, a volte con ideologie e interessi molto diversi. Ma non si può negare che le elezioni sono diventate soprattutto un plebiscito su Netanyahu. E se rieletto, sarebbe il primo ministro israeliano a rimanere in carica anche se imputato in un processo penale.
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