Niente da fare. L'Italia si è arresa anche stavolta. A meno di un mese dall'inaugurazione gli organizzatori hanno avvertito tutti: «I padiglioni non saranno mai completati in tempo». Altro che «camouflage», come si era pensato in un primo momento, con pannelli a coprire il non finito. Meglio ammettere le proprie inadeguatezze che lasciarsi impallinare dal 1° maggio. La notizia del giorno è che tra i 20 milioni di visitatori attesi non ci sarà Papa Francesco, manderà un video messaggio o degli alti prelati. E il commissario anti corruzione Raffaele Cantone mette le mani avanti: «Incrocio le dita, ma non escludo altri scandali».
Nessuna sorpresa, è la solita storia italiana dei progetti faraonici mai conclusi ma con spese lievitate, costi della corruzione compresi. L'epopea cominciata con il Mondiale di calcio di Italia '90, voragine da 7,5 miliardi di euro (cifra aggiornata secondo i parametri Istat 2014) che ha prodotto stadi nati vecchi o ristrutturati rendendoli inagibili. Con infrastrutture mai finite o inutili. Proseguita con il buco nell'acqua delle Universiadi '97 in Sicilia: 500 miliardi di lire per 28 impianti mai conclusi. Passando per i Giochi invernali di Torino 2006: strutture costosissime e dalla manutenzione troppo onerosa già nel dimenticatoio. Fino al capolavoro dei Mondiali di nuoto di Roma 2009: la cittadella dello spot di Calatrava è stata lasciata a metà ed è una discarica a cielo aperto.
La storia insegna: ecco i precedenti
- Italia '90, madre degli scandali tra stadi costruiti già vecchi e strutture mai finite
- Il flop di Sicilia '97: oltre la metà degli impianti non venne realizzata
- L'eredità di Torino 2006: trampolini e piste carissime in rovina dopo le Olimpiadi
- Il buco nell'acqua di Roma 2009: la cittadella dell'archistar oggi è ridotta a una discarica
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.