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Lettera di Sala sulla fede: "Da divorziato soffro senza la Comunione"

Il sindaco di Milano ha scritto una missiva a Rep per parlare e riflettere sul suo rapporto con la fede cristiana cattolica

Lettera di Sala sulla fede: "Da divorziato soffro senza la Comunione"

Dopo lo sketch "comico" insieme Giovanni Storti, Giacomo Poretti e Geppi Cucciari per augurare buon Natale a tutti i milanesi e a tutti gli italiani, ecco una lettera sulla fede a La Repubblica. Sì, perché il Beppe Sala ha vergato e inviato una missiva al quotidiano diretto da Carlo Verdeli per parlare e riflettere del suo rapporto con la religione cristiana cattolica, di cui è praticante.

"Caro direttore, sono un uomo fortunato perché la fede è per me qualcosa di irrinunciabile. È un dono fondamentale che apprezzo ancor di più adesso, dopo i sessant'anni, con tanta vita alle spalle. Ho avuto momenti di stanchezza, ho vissuto dubbi e contraddizioni ma non ho mai smesso di ricercare il Signore. Tra tante vicende della vita sento di non potere fare a meno del confronto con il Mistero e, in definitiva, con me stesso", scrive nell'incipit il sindaco di Milano.

Il primo cittadino meneghino, dunque, continua così: "Non mi sono mai sentito così profondo da potermi nutrire solo di fede, di farmi 'bastare' l'intima relazione con Dio. Penso spesso che la mia fede non reggerebbe senza la pratica, senza la possibilità di entrare in un luogo di culto, senza la Messa della domenica. Ho bisogno della Messa, di sentire la voce, più o meno ispirata, di un pastore e di misurarmi con Gesù e con il suo Vangelo. Pur nella consapevolezza dell'ineluttabilità del confronto che nasce in me e ritorna in me".

Quindi, esterna il suo disagio non potendo fare la Comunione essendo divorziato: "La Messa della domenica è un momento di pace e di verità. Mi fa star bene, mi aiuta a sentire la mia umanità, i miei dolori, la mia essenza. La gratitudine e la precarietà. Sono solo a disagio rispetto al momento della comunione, essendo divorziato e in uno stato che non mi consente di accostarmi al Sacramento. Amo stare insieme agli altri, condividere quel senso di solitudine e, allo stesso tempo, di comunione che la Messa ti dà. La liturgia ci insegna l'umiltà di essere come (e peggio) degli altri, di condividere la speranza, di far ammenda delle nostre miserie".

Tornando invece, ed infine, allo sketch con i tre comici, Sala ha voluto fare – a modo suo – gli auguri "a tutti i milanesi, a tutti gli italiani e a tutti gli umani", all'interno di un campo da curling, per ricordare l'appuntamento futuro con le Olimpiadi Invernali del 2026.

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