"L'euroburocrazia ha paura di Savona"

L'economista "premier per una notte": Lega partito serio, M5S una setta

"L'euroburocrazia ha paura di Savona"

Il professor Giulio Sapelli, «quasi premier» del governo Lega-M5s (scelto e poi sfumato nel giro di una notte) sarebbe «l'uomo più felice del mondo» se Paolo Savona fosse il nuovo ministro dell'Economia, «felice per l'Italia, e quindi anche per me». Per Sapelli le perplessità che in certi ambienti suscita il nome dell'economista Savona sono frutto di «conformismo, piattezza e disinformazione».

Professore, sarà perché Savona ha fama di euroscettico e di critico della moneta unica?

«Ma Savona non ha mai detto di voler uscire dall'euro, lui insieme al giurista Giuseppe Guarino è anzi quello che ha scritto le cose più intelligenti sull'Europa, smontando l'archetipo della necessità legale e irreversibile del fiscal compact. Teniamo presente che questa soglia fatidica del 3 per cento è scritta in un regolamento opera di due commissari, quindi non è nei trattati europei e anche dal punto di vista di quel poco di diritto europeo che esiste non ha nessun valore».

Però Savona parla dell'euro come di una «gabbia», una posizione che terrorizza Bruxelles e forse lascia poco sereno anche il Quirinale.

«Ma sono anni che Savona dice che un sistema a cambi fissi, a moneta unica, con una banca centrale europea che ha ordinamento rigido modellato su quello della Bundesbank tedesca, è una gabbia di acciaio che sta distruggendo l'economia e produce povertà e disoccupazione. Non c'entra il sovranismo, un termine che non significa niente. Si tratta di rinegoziare i trattati europei, non con referendum o battendo i pugni. Lo si fa cercando alleanze, e noi possiamo contare su un buon apparato diplomatico. Nel 2005 Danimarca e Francia hanno votato contro la Costituzione europea e nessuno ha detto nulla».

Savona, come pure lei, parlate di una «egemonia tedesca» che avrebbe un effetto negativo sull'economia europea.

«Dall'unificazione della Germania il meccanismo del gioco di potenza in Europa, dove gli stati nazionali non sono stati aboliti, si è fatto grave. Cosa è in fondo Macron? È il soprassalto neogollista dello Stato francese che vuole limitare lo strapotere tedesco. Non vuol dire essere antitedeschi, glielo dice un amante del mondo teutonico e un wagneriano che appena può va a Bayreuth. Anche all'Italia serve un soprassalto patriottico. Attenzione, non nazionalista ma patriottico. Il patriottismo, a differenza del nazionalismo, è benevolente e includente».

Ma allora chi è che rema contro la nomina di Savona al Tesoro?

«Certamente è un profilo che non piace alla tecnocrazia europea, ai burocrati non eletti da nessuno e arrivati in quelle posizioni per raccomandazione politica. I tecnocrati possono aver paura, ma i gestori dei grandi fondi di investimento sono molto più intelligenti di questi eurofili sciocchini. Altro che spread, sanno che quello che conta è uscire dalla crisi deflattiva in cui l'Europa è immersa da 15 anni e che sta distruggendo la domanda interna».

Ma è vero che sta scrivendo un instant book sulla sua notte da quasi premier?

«(Ride) No, non è vero. Però penso sia stata una esperienza scientifica molto rara vedere all'opera una nuova classe politica»

E che impressione le ha fatto?

«La Lega è un partito serio che ha posizioni serie, ed è ormai il primo partito della borghesia nazionale. I Cinquestelle vogliono dare voce al popolo degli abissi, alle povertà, ma hanno una cuspide poco trasparente».

Intende i vertici del M5s.

«Preferisco usare il termine cuspide, come nelle sette esoteriche».

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