L'Europa chiude le porte. E noi? Cornuti e mazziati

Sui migranti gli altri Paesi modificano le regole. L'Italia le paga

L'Europa chiude le porte. E noi? Cornuti e mazziati

Roma - Sui migranti l'Italia è accerchiata e Matteo Renzi non sembra in grado di trovare una via d'uscita. L'imponente afflusso di rifugiati in Europa (un milione e centomila nel 2015 e già quasi 56.000 soltanto nel primo mese del 2016) ha provocato una reazione a catena. L'Europa sta progressivamente richiudendo le sue porte ed a pagarne il prezzo saranno l'Italia e la Grecia che hanno accolto rispettivamente 157.083 e 910.663 migranti. Ieri Angela Merkel durante l'incontro con Renzi ha riconosciuto che serve una revisione del regolamento di Dublino (che impone ai paesi di arrivo di accogliere e registrare tutti gli immigrati che fanno richiesta dello status di profugo). «Abbiamo bisogno di un nuovo sistema - ha detto la Cancelliera.- Sarà presentato dalla Commissione nella primavera di quest'anno». Ma l'Italia può permettersi di aspettare la primavera per vedere, forse, un cambiamento mentre Olanda, Svezia e Finlandia bloccano gli arrivi e rispediscono indietro migliaia di migranti? Non solo. La Danimarca procede alla confisca dei beni dei profughi per il loro mantenimento e la Ue non può che stare a guardare perché Copenaghen ha scelto di non condividere la Direttiva europea sulle politiche per l'asilo quindi non ci saranno procedure di infrazione. Procedura d'infrazione che invece scattò subito per l'Italia per la mancata registrazione dei migranti in arrivo a migliaia sulle nostre coste ai quali si sarebbero dovute prendere anche le impronte digitali. Su questo fronte ieri Renzi ha rassicurato la Merkel garantendo che «il lavoro che oggi la polizia italiana fa sulle registrazioni è al cento per cento». Intanto i conservatori inglesi fanno pressione sul premier David Cameron affinché non accetti accordi con la Ue sia per l'accoglienza ai rifugiati sia per l'eventuale blocco del sussidio previsto dal governo inglese per i cittadini Ue. L'ex ministro tory John Redwood ieri alla Bbc ha ribadito che spetta «al parlamento inglese decidere chi deve entrare nel nostro Paese perché dobbiamo rispondere ai nostri elettori e non possiamo mettere a rischio il nostro sistema di welfare». Redwood è molto critico con Bruxelles. «La proposta della Ue di lasciarci la possibilità di un freno d'emergenza in caso di un afflusso insostenibile - dice - suona come uno scherzo di pessimo gusto». Insomma la Gran Bretagna, che ha anche in agenda un referendum per uscire dalla Ue, si prepara a mettere un filtro addirittura all'ingresso dei cittadini Ue.

A Renzi invece la Merkel chiede conto dell'attuazione dell'accordo con Turchia in base al quale l'Italia deve versare 281 milioni di euro, parte dei 3 miliardi di aiuti previsti dalla Ue. Il premier tenta almeno di salvare la faccia chiedendo che «l'esborso non sia conteggiato ai fini del patto di Stabilità».

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