Roma - A differenza di Sabino Cassese (che appare quasi tutti i giorni sui giornali), un altro candidato di peso per il Quirinale preferisce la riservatezza. Appare poco, e esclusivamente per gli impegni istituzionali, eppure Franco Bassanini un pensierino al Colle l'avrebbe fatto, eccome.
Dalla sua ha (oltre l'esperienza politica tutta a sinistra) un curriculum in cinque lingue: russo e cinese, compresi. Eppoi, qualora salisse al Quirinale, libererebbe la poltrona di presidente della Cassa depositi e prestiti. La occupa dal 2008, nominato su indicazione delle fondazioni bancarie. E c'è chi fa notare che proprio Bassanini risponderebbe a quell'identikit di chi vuole in nuovo inquilino del Quirinale conosciuto all'estero (è stato nel board dell'Ena, la Scuola della pubblica amministrazione francese, chiamato da Sarkozy) ed esperto di economia. Per di più, docente di Diritto costituzionale: materia che non guasta per chi s'insedia sul Colle.
Il problema, per Bassanini, è familiare. Anche la moglie, Linda Lanzillotta (oggi senatrice di Scelta civica), è una delle papabili per il Colle, qualora nella scelta del nuovo inquilino dovesse pesare una questione di gender . Ed anche lei, come per il marito, un curriculum di tutto rispetto: si è fatta le ossa nelle istituzioni da funzionario della Camera presso la commissione Bilancio.
Sottotraccia, come il doroteismo insegna, tutti i candidati di matrice ex democristiana. I vari Pierluigi Castagnetti , Sergio Mattarella , Pier Ferdinando Casini sono scomparsi dai radar. Come pure chi, pur provenendo da quell'area politica, oggi siede al governo: Dario Franceschini e Graziano Delrio , su tutti. Pronti, però, ad uscire allo scoperto al momento della scelta. Sott'acqua anche la candidatura di Fabrizio Saccomanni , sembra sostenuta da Mario Draghi. Oggi l'ex ministro dell'Economia è direttore generale «emerito» della Banca d'Italia: ruolo creato appositamente per lui, appena uscito da via Nazionale. Saccomanni, però, non godrebbe i favori di Palazzo Chigi: non tanto di Renzi (sembra che i due non si conoscano nemmeno), quanto quello dell'entourage.
Intanto, scalda i motori Pietro
Grasso . Toccherà a lui, in qualità di presidente del Senato, gestire la fase di transizione, appena formalizzate le dimissioni di Napolitano. E l'idea di traslocare al Quirinale a pieno titolo solletica chi gli sta intorno.
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