Milano - Matteo Renzi si è mescolato al popolo dei banchieri, partecipando ieri, come relatore, a un incontro riservato sul futuro dell'Europa organizzato dalla Algebris di Davide Serra a Villa Necchi Campiglio di Milano.
Al convegno erano presenti un centinaio di investitori istituzionali compreso Raffaele Jerusalmi, ad di Borsa italiana, Enrico Tommaso Cucchiani, oggi al vertice del Gruppo San Donato ed ex numero uno di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, ex ad della Ca' de Sass e oggi alla guida di Illimity e, infine, Federico Ghizzoni, ex numero di Unicredit e oggi presidente di Rothschild Italia. E proprio riguardo alle polemiche scoppiate sui colloqui tra Ghizzoni e l'ex ministro Maria Elena Boschi su Banca Etruria di cui Pier Luigi Boschi, padre dell'ex ministro, era membro del cda, Renzi, sollecitato dai cronisti, ha voluto precisare di non aver alcun problema con il banchiere. «Al netto di alcune ricostruzioni fantasiose, quando noi eravamo al governo, il dottor Ghizzoni ha ricevuto un sostegno molto importante, non per aiutare lui personalmente, ma per salvare i correntisti di Unicredit» ha dichiarato a margine dell'evento l'ex sindaco di Firenze.
Sul fronte politico l'ex premier si è detto «terrorizzato» della linea tracciata dal vice premier Luigi Di Maio in tema di lavoro «tra il decreto dignità, il reddito di cittadinanza e l'intenzione di vietare il lavoro domenicale, c'è solo da chiedersi se il ministro Di Maio proporrà prima o poi l'ora della siesta come obbligatoria» ha commentato Renzi dicendosi tuttavia fiducioso che, sulla legge finanziaria, prevarrà la linea del ministro dell'Economia Giovanni Tria, senza alcun sforamento che possa turbare i mercati finanziari. Il senatore poi, approfondendo il tema del convegno, ha evidenziato la necessità per l'Italia di rafforzare la propria presenza a Bruxelles per influire nelle regolamentazioni e per l'Europa di migliorare la capacità di comunicare alla gente. «C'è una battaglia fra populismo e politica» ha ribadito l'ex premier di fronte alla platea di finanzieri sottolineando poi l'importanza di parlare in modo emozionale ma attenendosi ai fatti statistici, «e non andando a naso», a iniziare proprio «dalla positività della appartenenza all'Europa».
Almeno nelle intenzioni di Serra, quello svoltosi ieri è il primo di una serie di appuntamenti di
un nuovo «think thank» politico sul futuro del Vecchio Continente. All'orizzonte d'altro canto c'è un anno di grandi cambiamenti tra le complesse elezioni europee e l'avvicendamento al vertice della Banca Centrale Europee.
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