Nei campi mancano almeno 250mila braccianti, a causa dell'emergenza Coronavirus che ha bloccato l'arrivo dei lavoratori stagionali dall'estero - soprattutto dall'Europa dell'Est -, mettendo in crisi il settore, che impiega il 26% della manodopera straniera in Italia. Ora, con alle porte la stagione più importante per l'agricoltura italiana, il rischio è che i raccolti vadano in parte persi se non si trova in fretta una soluzione. Le associazioni di categoria sono corse ai ripari attivando sportelli on line per reclutare personale, ma chiedono a gran voce una risposta concreta dal governo, che finora - con il dl Cura Italia - si è limitato ad autorizzare l'impiego nei campi dei parenti fino al sesto grado purché a titolo gratuito. Ma se un imprenditore agricolo, oltre a chiedere l'aiuto di cugini o nipoti, volesse assumere un operaio, incappa negli enormi vincoli burocratici legati alle farraginose norme sul lavoro in Italia. Una soluzione, secondo Coldiretti e Confagricoltura, sarebbe la reintroduzione dei voucher, un sistema semplice per assumere un lavoratore e, in una fase di difficoltà per molti italiani senza più un reddito, anche un modo per trovare un impiego temporaneo. I sindacati però si oppongono ferocemente ai voucher, e neppure il governo M5s-Pd sembra interessato a reintrodurli.
La strada che invece seguono i giallorossi è un'altra, da una parte promuovere accordi con i paesi dell'Est (in particolare la Romania) per riaprire il flusso di stagionali, ma soprattutto dare il via libera a una maxi-sanatoria per regolarizzare oltre mezzo milione di immigrati irregolari, la stessa soluzione verso cui spingono i sindacati. «Dobbiamo aiutare le aziende a trovare manodopera nella legalità, regolarizzando chi è già in Italia - spiega la ministra dell'Agricoltura, Teresa Bellanova -. Ci sono 600 mila lavoratori irregolari che vengono spesso sfruttati in modo inumano e che già lavorano in Italia alla merce di quella criminalità che chiamiamo caporalato». Circola già una bozza di legge in 18 articoli che prevede appunto la «regolarizzazione» degli immigrati senza permesso di soggiorno tramite una «dichiarazione di emersione dei rapporti di lavoro».
Una sanatoria a cui il centrodestra cerca di opporsi. «Proposta del governo: maxi-sanatoria per 600mila clandestini da far lavorare nei campi - scrive sui social Matteo Salvini -. Proposta Lega: reintrodurre i voucher per dare lavoro, per il tempo necessario, a disoccupati, studenti e pensionati italiani. Voi con chi state?». La presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, chiede «perché il governo dice no ai voucher, e perché intende ricorrere alla regolarizzazione di 600mila immigrati lasciando indietro gli italiani?». Anche Giorgia Meloni, leader di Fdi, denuncia la sinistra che sfrutta l'emergenza per «tentare di fare una sanatoria per immigrati irregolari e sostituire la manodopera italiana con quella straniera a basso costo». E aggiunge una proposta, quella di impiegare nei campi i percettori di reddito di cittadinanza, idonei a quel lavoro. Parliamo di una platea potenziale di centinaia di migliaia di persone che ricevono dallo Stato un assegno mensile senza svolgere alcunché, formalmente in attesa di una proposta di lavoro. Ora che il lavoro serve si potrebbero impiegare rapidamente nella raccolta di frutta e ortaggi. È una proposta che ha trovato favorevoli anche esponenti pd come il governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
Secondo Confederazione Italiana Agricoltori, è proprio il reddito di cittadinanza ad aver fatto sparire la manodopera nel faticoso lavoro agricolo: «Ha spinto molti a preferire il divano» sintetizza Antenore Cervi, presidente degli agricoltori reggiani.
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