L'occupazione cala, la Lega pressa il M5s

Il Carroccio chiede modifiche al decreto Dignità. D'accordo le imprese e i sindacati

L'occupazione cala, la Lega pressa il M5s

Roma - La prima misura economica varata dal governo ha pochi mesi, ma è già da rottamare. I dati sul mercato del lavoro diffusi dall'Istat danno in calo l'occupazione in tutte le forme. Nessuna risposta agli incentivi al lavoro stabile e, per contro, un calo di quello a tempo. Per questo il governo sta cercando di correre ai ripari, assecondando quello che opposizioni e aziende dicevano fin dal varo del decreto dignità. Sbagliato burocratizzare e imbrigliare i contratti a termine.

Il ripensamento, secondo il Sole24Ore, riguarderebbe soprattutto le causali per i rinnovi dei contratti a tempo determinato. Obbligatorie dopo in caso di proroghe oltre i 12 mesi, insieme all'aumento dei contribui dello 0,4%.

Inutile infierire sulle imprese (poche per la verità) che assumono in questi tempi di incertezza estrema. Quindi, la scommessa è cercare di introdurre prima di Natale dei correttivi. Uno sembra molto suggerito dai sindacati, in particolare dalla Cisl e consiste nel demandare alla contrattazione collettiva eventuali motivazioni.

Per quanto riguarda gli aumenti dei contributi, si studia una esenzione per gli stagionali. Modifica da introdurre in fretta, prima delle feste.

A chiedere le modifiche è soprattutto la Lega che in queste ultime settimane sta prestando attenzione ai malumori delle imprese del Nord verso le scelte del governo. A motivare una accelerazione nell'introdurre modifiche al decreto sono stati i dati sull'occupazione di settembre. Primo banco di prova della riforma a regime. Un calo dell'occupazione al 58,8%, provocato dal dato negativo del lavoro dipendente a tempo indeterminato. Sono 77mila occupati stabili in meno rispetto ad agosto, 184mila rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Per quanto il decreto Dignità sia nato per favorire i lavoratori, ha raccolto critiche bipartisan dalle imprese e anche da parte del sindacato. Nei mesi scorsi il segretario generale della Uiltec Paolo Pirani denunciò la «confusione» che ha accompagnato il varo del provvedimento, registrando come sul tema ci siano «dissensi sia da parte delle imprese sia dei sindacati». Tra i più critici, il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi.

L'attenzione sul provvedimento è poi calata, anche perché il governo ha dato materiale da polemica con la legge di Bilancio. Ma a livello tecnico, tra associazioni degli imprenditori sindacati e governo, il confronto è continuato e ora l'esecutivo, o parte di esso, sta cercando di correre ai ripari.

Ieri le indiscrezioni su possibili modifiche sono state salutate come una buona notizia dalla Cisl. Il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra ha ricordato che il sindacato aveva chiesto correttivi anche durante le audizioni parlamentari.

È «del tutto controproducente ingabbiare» i contratti «in causali stabilite dalla legge, peraltro inapplicabili perché del tutto indefinite, con il risultato di aumentare il turn over dei lavoratori o, peggio, di ridurre l'occupazione».

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