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L'ombra del voto anticipato: M5S pronto ad allearsi col Pd?

Di Maio finirebbe sotto accusa per un'eventuale sconfitta della sinistra in Emilia-Romanga: avanza l'ipotesi di un ritorno alle urne in primavera

L'ombra del voto anticipato: M5S pronto ad allearsi col Pd?

Mancano 6 giorni alle elezioni Regionali in Emilia-Romagna e la partita è ancora apertissima. Un test locale che inevitabilmente rischia di avere dei riflessi sull'intero Paese. Innanzitutto perché si tratta di un banco di prova per i vari leader in campo: Matteo Salvini si gioca la possibilità di andare al governo, Nicola Zingaretti la sua leadership all'interno del Pd e Luigi Di Maio la poltrona. La situazione paradossale nel Movimento 5 Stelle è sotto gli occhi di tutti: l'ex consigliera regionale Raffaella Sensoli, ad esempio, ha invitato al voto disgiunto. E dunque croce sul simbolo del M5S ma anche sul candidato Stefano Bonaccini.

Per l'attuale ministro degli Esteri la situazione è critica: consapevole di una campagna elettorale inesistente, è piuttosto preoccupato per il suo futuro in quanto potrebbe perdere un ruolo di vertice. Guai in vista, considerando anche che a marzo, a Torino, agli Stati generali verrà abolita la formula del capo politico, che diventerà un organo collegiale più ampio. Ma i disastri in casa grillina sono da considerarsi tutt'altro che conclusi.

Voto anticipato e alleanza

A pesare come un macigno sarà il risultato che si delineerà la sera del 26 gennaio: un'eventuale sconfitta della sinistra nella storica roccaforte rischierebbe di creare un vero e proprio terremoto attorno alla figura di Luigi Di Maio. Che a quel punto sarebbe da considerarsi colpevole - a giudizio del Partito democratico - di non aver apportato un contributo utile per evitare la vittoria della Lega. Vedrebbe imputarsi tutte le responsabilità della disfatta rossa. I pentastellati però non vogliono più navigare eternamente nell'ignavia: i parlamentari potrebbero dunque uscire allo scoperto e sostenere l'impossibilità di rimanere in campo neutrale in vista dei prossimi impegni elettorali.

Come riportato dall'edizione odierna de La Stampa, gli scenari che si prospettano per un eventuale ritorno al voto in primavera sono i seguenti: "Sarà il momento di darci una spinta decisa verso il Pd e, soprattutto, di recidere i legami con Casaleggio". Parola di un membro dell'esecutivo giallorosso, che anticipa quello che potrebbe essere l'ennesimo scossone in casa 5S: "Se agli Stati Generali mettessimo ai voti la proposta di un nostro spostamento nel campo progressista, gli attivisti la boccerebbero. Non si renderebbero conto della polarizzazione in atto e alle prossime politiche scompariremmo". Dunque la spinta verso il Pd avverrebbe nel palazzo.

Vari membri del governo starebbero già lavorando in tal senso: tra questi Federico D'Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, e Vincenzo Spadafora, ministro per lo Sport. Anche Riccardo Fraccaro (sottosegretario alla presidenza del Consigli) e Alfonso Bonafede (ministro della Giustizia) vedrebbero positivamente una mano tesa ai dem.

Intanto l'unica preoccupazione per Di Maio è quella di sperare - nella peggiore delle ipotesi - in una vittoria talmente netta di Lucia Borgonzoni tale da rendere ininfluenti i pochi voti sottratti dal Movimento a Bonaccini.

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