L' essere umano si abitua a tutto: alle carestie, alle epidemie, ai terremoti, agli integralisti islamici, ma non al crollo di WhatsApp, una vera calamità non naturale ma artificiale a cui nessuno può rassegnarsi. Un anno fa venne fuori una notizia, falsa: bisognava pagare 0,99 euro all'anno per averlo, e ci fu una specie di insurrezione mondiale, nessuno voleva pagare per WhatsApp, anche se stiamo tutto il giorno su WhatsApp e senza WhatsApp non si vive. Siamo disposti a pagare 90 euro all'anno alla Rai anche se guardiamo solo Netflix, ma non 0,99 euro a WhatsApp, come se fosse un diritto naturale. Così ieri mattina, alle 9, era impossibile inviare e ricevere messaggi, una tragedia. Scrivi un messaggio, e c'è la rotellina che gira, non si connette, com'è possibile? Pensi sia un problema tuo, ti stacchi e ti riattacchi dal wifi, ma niente. Chi ha l'iPhone ha un'alternativa: iMessage. In realtà non c'è solo iMessage, c'è Telegram, c'è Messenger, ci sono perfino i vecchi sms. iMessage in teoria è meglio, è una specie di massoneria di messaggistica Apple, ma non è la stessa cosa, non è WhatsApp. Anche se Apple, in generale, è più fico di WhatsApp, più esclusivo, significa che non hai un cavolo di Android, comunichi solo tra iPhone e iPhone, ma tutti ci scriviamo su WhatsApp, anche con chi ha Android, quindi se va giù WhatsApp ci si sente persi.
Allora scrivi su iMessage alla persona a cui volevi scrivere, poi scrivi a tutti: «Ti va WhatsApp?». «No, neppure a me». «Che cavolo è successo?». «Non lo so». Non resta che andare su Google, e cercare notizie, e viene fuori subito: WhatsApp è down. Come down? Per quanto tempo? Che significa? È vero che potresti fare una telefonata, ma non è la stessa cosa. Con molte persone ci si sente via WhatsApp, non al telefono. Al telefono ti senti solo con gli intimi, con Messenger ti senti con qualsiasi scocciatore di Facebook, ma con WhatsApp è diverso, lo usi sia con chi non è così intimo da sentirlo al telefono sia con chi non è così estraneo da comunicarci con Messenger. C'è gente che sento da anni via WhatsApp e non vorrei mai sentire al telefono. Sento la loro voce, certo, ma attraverso le note audio di WhatsApp. I miei parenti, per esempio, li sento solo su WhatsApp, perché al telefono sono insopportabili, i contatti tra parenti andrebbero aboliti per legge. Ma su WhatsApp gli mandi un'emoticon e sono contenti, e dunque WhatsApp riunisce anche le famiglie, perfino me ai miei zii e cugini che per fortuna non vedo e non sento mai.
Con WhatsApp si fanno dei gruppi di persone che non vedresti mai insieme, ma nel gruppo di WhatsApp sono simpatiche, almeno finché il gruppo non implode, al che elimini il gruppo e festa finita. Negli ultimi giorni WhatsApp ha aggiunto anche una funzione in più, ti puoi risucchiare indietro un messaggio di cui ti sei pentito. Tipo scrivi a uno «Sei un imbecille», ma poi ti penti, e lo cancelli prima che lo legga, sempre che tu lo faccia entro sette minuti.
Intanto sono ancora tutti a chiedersi perché Zuckerberg abbia comprato WhatsApp per ben 19 miliardi di dollari: WhatsApp non ha pubblicità, non ha un costo, cosa ci guadagna? Semplice, ci tiene tutti per le palle. Un giorno ci toglie WhatsApp, e siamo morti.
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