Coronavirus

L'ospedale di Pisa avvia le prove con i monoclonali di AstraZeneca

Sperimentazione su due pazienti appena infettati

L'ospedale di Pisa avvia le prove con i monoclonali di AstraZeneca

La lotta al Covid viene affrontata da varie angolazioni. Non c'è solo il piano vaccinale, ma anche quello fondamentale legato alla ricerca. È partita ieri all'ospedale Cisanello di Pisa la sperimentazione degli anticorpi monoclonali di AstraZeneca su un cittadino italiano, di 36 anni, e uno straniero di 53.

«I pazienti arruolati a livello nazionale - spiega Francesco Menichetti, direttore dell'Unità operativa di malattie infettive dell'azienda ospedaliero-universitaria della città toscana - sono 1.700 in tutto. Noi prevediamo di effettuare le prove su alcune decine di questi. Si tratta di uno studio randomizzato e controllato e quindi metà dei trattati riceverà il monoclonale e l'altra metà il placebo con due iniezioni intramuscolari, su ciascuno dei due glutei, perché quello di AstraZeneca è un cocktail di monoclonali». E prosegue: «Arruoliamo pazienti sopra i 18 anni, ma c'è uno strato che riguarda quelli che hanno più di 65 anni o meno con patologie concomitanti, ovvero più a rischio di arrivare a un Covid grave. Quello che verrà valutato è se il monoclonale sarà in grado di bloccare l'infezione e quindi di far diventare i tamponi rapidamente negativi e bloccare il passaggio da infezione a malattia sintomatica».

E specifica: «Non si tratta della terapia della malattia conclamata, ma della profilassi della malattia fatta nei pazienti con infezione. Speriamo per l'estate di avere un riscontro. Con i monoclonali toscani partiremo invece a maggio e contemporaneamente ci siamo attrezzati per sperimentare i monoclonali approvati Aifa». Menichetti è infatti anche il coordinatore nazionale del progetto Tsunami, che riguarda un'altra sperimentazione, quella del plasma iperimmune, ossia il plasma preso dai guariti dal Covid, approvato da Aifa e Iss. I pazienti che ieri hanno ricevuto le iniezioni di anticorpi sono in uno stadio iniziale dell'infezione, ovvero positivi al virus o paucisintomatici. «Tutto - chiarisce il professore - si tiene ovviamente in ambiente ambulatoriale ospedaliero, in modo protetto e sicuro e previo consenso informato dei pazienti. Tutti saranno monitorati nel tempo per conoscere l'evoluzione dell'infezione, fino alla negativizzazione del tampone o se si sviluppa la malattia». E continua: «Per quanto riguarda la sperimentazione di AstraZeneca saranno 15 i pazienti che a Pisa recluteremo grazie al network creato tra Usca, Ospedale, medici di medicina generale e Asl. I candidati dovranno essere paucisintomatici e con un tampone positivo tra i 3 e i 7 giorni». Per Menichetti «è impensabile che non si riesca a debellare l'epidemia, pur disponendo dei vaccini.

Vuol dire che dobbiamo essere più tempestivi e rigidi sulle chiusure».

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