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Luigino non azzecca un congiuntivo ma vuole salvare la cultura italiana

Il deputato a Venezia scopre l'arte: "Sarà il nostro baluardo"

Luigino non azzecca un congiuntivo ma vuole salvare la cultura italiana

Il re del congiuntivo scopre «l'urlo gentile» della cultura. Stuzzicato dall'urlo mondiale di Tardelli, disorientato dall'urlo pittorico di Munch e rallegrato dalla parodia che ne hanno fatto i Simpson, Luigi Di Maio naviga verso l'Accademia di Venezia, entra, getta l'amo nell'immenso mare del dissenso italiano e quando esce tira fuori un'altra delle sue perle. Così scrive su Facebook e spiega: «Sono appena stato all'Accademia di Venezia, dove sono custodite opere d'arte che hanno incantato il mondo intero per secoli e che oggi, noi italiani per primi, dobbiamo tornare a valorizzare». Aggiunge: «Noi siamo qui per ascoltare questo urlo gentile per troppo tempo ignorato dalla politica». Chiude minaccioso: «Quando saremo al Governo faremo della cultura uno dei pilastri del nostro mandato».

Aspettando la vittoria pentastellata, non resta che constatare che a Di Maio l'aggettivo gentile piace molto. Già il 22 marzo aveva dichiarato alle agenzie: «Vinceremo con il 40%, sarà la nostra rivoluzione gentile». Allora, in quella frase, non si registrò nessun congiuntivo errato, non uno scivolone sulla consecutio temporum, non un banale lapsus capace di confondere Canosa con Canossa: un vero miracolo, diranno i più. Ora che le elezioni sono un po' più vicine e il 40% forse un po' più lontano, il vicepresidente della Camera prende coraggio, dimentica, rilancia, la butta sulla cultura che in effetti non è mai stato il suo forte. L'importante è che qualche altro intellettuale abbocchi o almeno uno dei professori precari delusi dalle tante promesse dell'era renziana. Di Maio guarda avanti: a fine mese sarà lui il candidato premier dei Cinque Stelle, poco importa se e cosa verrà votato dalla «bacata» piattaforma Rousseau. Ora, aspettando l'incoronazione, il vicepresidente della Camera potrebbe pure leggere qualcosa. Un suggerimento: se non l'ha ancora fatto legga un grande romanzo scritto nel 1959 da Saul Bellow. Parla di un ricco americano di mezza età, che all'improvviso molla tutto, vita agiata, figli e mogli. Fugge in Africa, per capire il mondo e se stesso. Il romanzo è terribilmente comico, il titolo è Il re della pioggia.

Il re del congiuntivo prenda spunto: dopo la cultura potrebbe pure scoprire l'Africa.

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