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L'ultima cena del Governo Conte: il peggio della settimana

Ormai i giallorossi sono alla frutta...

L'ultima cena del Governo Conte: il peggio della settimana

Settimana convulsa tra i palazzi romani. La politica non va in vacanza e lotta. Per cosa? Sicuramente per mantenere la poltrona. Almeno così sembra. Solo ieri il Consiglio dei ministri è durato più di sette ore. La tensione si sente e l’odio filtra dalle pareti del Palazzo. Ma è Natale e, nonostante tutto, scatta la tregua armata. Si sa, a Natale puoi. Giuseppi, insieme ai suoi ministri, si concede una cena natalizia. Mangiano e bevono. Fanno festa. Per cosa? Non è dato sapere. Vengono immortalati in una fase di “estasi”. Sembra il dipinto di Leonardo. Il cenacolo del 2000. L’ultima cena. Ma c’è una differenza: c’è più di un Giuda. “Ma perché ridono?” Si chiedono in tanti sui social. Forse avranno bevuto un po’ troppo. Sarebbe anche comprensibile visto il periodo. Dimenticare fa bene. A loro. A noi un po’ meno. Passata la sbornia tutti si concentrano su Salvini. Il Barabba della situazione: “Va processato” esclamano i grillini. Ci penseranno gli “italianivivi” a salvarlo dalla galera e a rimetterlo in libertà? Resta un mistero. Il peggio della settimana è servito.

MATTEO SALVINI

Salvini non dorme più sonni tranquilli. È preoccupato. Per il processo in vista? No! Per le ragazzine scurrili. È in ansia per chi gli si siede accanto durante i suoi lunghi viaggi da Nord a Sud. È tormentato dopo che una giovincella maleducata si è immortalata con il dito medio alzato mentre lui dormiva. Un colpo basso per il leghista che non trova più pace. Su twitter non fa altro che annunciare: “Sto partendo, vediamo chi mi capita di fianco in treno…”

NICOLA ZINGARETTI

Zinga dichiara amore eterno per Giuseppi. Lo incensa in un’intervista al Corriere. “Conte si è dimostrato un buon capo di governo. Autorevole, colto e anche veloce e sagace tatticamente. Non va tirato per la giacchetta. Anche se è oggettivamente un punto fortissimo di riferimento di tutte le forze progressiste.” Ma non dovrebbero essere i piiddinni i punti di riferimento delle forze progressiste? C’è molta confusione. D’altronde è inevitabile. A furia di mischiare i colori… “Avevo già percepito il suo essere parte del pensiero democratico. Naturalmente con una sua originalità e autonomia, che per me sono una ricchezza”, conclude Zinga. Si sarà stancato di fare il segretario del PD? È forse un passaggio di testimone? Magari vorrà scindersi.

LE SARDINE

Si sono bevute il cervello. Ubriacate di grandezza. A furia di pretendere. A “Repubblica” scrivono una lunga lettera. Piena di parole, ma vuota. Come le loro teste. Le loro idee. Il loro odio nei confronti di Salvini non li porterà tanto lontano. A limite possono arrivare a Predappio e a Riace. Così hanno annunciato ai banchi di pesce. Ma quanto durerà questa messinscena? Speriamo poco. Il pesce puzza.

LUIGI DI MAIO

“Una riforma per il Paese. Una riforma storica. Tagliamo 345 poltrone e 345 stipendi. Per 20 anni abbiamo sentito parole, il Movimento 5 Stelle ha unito tutto il parlamento nel nome dei fatti. Il taglio dei parlamentari è realtà.” Diceva Gigi l’8 ottobre. Peccato che il Parlamento non sia del tutto unito e che il taglio sia stato bloccato anche dai suoi. Già. Non tutti concordano con il capo politico del Movimento. 64 senatori hanno promosso un referendum per bloccare la legge anticasta sognata da Di Maio. Lui non vede l’ora di fare campagna pro-taglio. Glielo permetteranno? Forse il Governo cadrà prima, considerando i transfughi delle stelle verso il carroccio.

CARLO CALENDA

Entra in Azione e fa sul serio. Si è fatto fare un sondaggio che non lo premia. Lui stigmatizza: “Sempre sul tema del “politico” o meno. Ho fatto fare un’analisi di posizionamento e percezione. Interessante il rapporto tra indice di fiducia totale e serietà/capacità. La conclusione potrebbe essere: meglio simpatici che seri.”

IGNAZIO LA RUSSA

Su tutte le furie. In aula si parla se legalizzare o meno la cannabis. L’erba. La droga. "Drogato": esclama Ignazio La Russa. Pare si sia rivolto ad un collega del Movimento 5 Stelle. Un’esclamazione alla quale hanno fatto seguito le proteste del gruppo pentastellato.

VITTORIO FELTRI

Twitta postando la foto di un somaro: “Oggi è venuto a casa mia un bellissimo asino, ma non era Di Maio”.

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