L'ultima dei grillini su Roma «Complotto per farci vincere»

Il teorema della Taverna: «Hanno messo in campo nomi deboli per darci la vittoria e poi toglierci i fondi». E mentre prosegue la caccia in rete al candidato, Grillo si maschera da tigre

Q ual è il modo migliore per sbagliare un calcio di rigore? Ciascuno ha il suo modo: quello più facile è passare la palla a un compagno, come ha fatto di recente Messi con Suarez. Solo che Messi è Messi, Suarez Suarez, mentre i Cinquestelle tutto fuorché dei fuoriclasse. Piuttosto - ciascuno a modo suo - «politici mascherati da cittadini che si mascherano da politici». E si può capire come dall'intreccio non possa che nascere dell'autolesionismo seriale.Prendete le prossime Comunali a Roma, per i grillini un tiro a porta vuota. Il Pd è a pezzi, del tutto sconquassato tra Mafia capitale, ras locali e Marino che gli muove contro i suoi marziani (così li chiama, sul serio). Come se non bastasse, c'è la sinistra di Fassina, e persino un centrodestra affollato di Marchini, Bertolaso e Storace. Eppure, proprio quando gli altri ce la mettono tutta per farti vincere, ecco che puoi fare tu di meglio per dimostrarti capace di perdere. Così l'allegra parlamentare Paola Taverna - in un goffo tentativo di mettere le mani avanti, in caso di vittoria e conseguente brutta figura governativa - ha voluto far trapelare tutto il casino che dev'esserci dentro molte delle teste con grilli abbarbicati attraverso.«È incredibile riuscire a proporre per i romani un candidato come Bertolaso - ha detto ai microfoni di una radio privata con l'inconfondibile idioma strascicato alla vaccinara -... Ho pensato che potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il M5S a Roma. La scelta di Bertolaso mi ha lasciato perplessa tanto quanto quella di Giachetti. Diciamocelo chiaramente, questi stanno mettendo in campo dei nomi perché non vogliono vincere a Roma, si sono già fatti i loro conti: vogliono metterci il Cinquestelle per togliergli i fondi e fargli fare brutta figura. Questo i romani lo devono capire, e comunque hanno fatto i conti senza l'oste, i romani non sono rimbambiti. La nostra campagna elettorale sarà prendiamoci Roma, ma prendiamocela tutti insieme». Il tempo per valutare lo stato di salute mentale della Taverna, e il concetto veniva rimesso in bella copia dal campione dei candidati mascherati, Alessandro Di Battista: «Se dovessimo vincere avremo contro tutti, perché M5S fa paura agli interessi locali consolidati». Il tempo per cercare allora di capire se esistesse un ordine preciso della Casaleggio Associati per rinunciare al Campidoglio spennandone le oche, ed ecco che tra gli aspiranti candidati è comparso un professore negazionista, tal Antonio Caracciolo, che aveva parlato di Priebke come di «una vittima di vendetta». Sollevazione sul web e candidato sospeso: stop alla corsa. La Comunità ebraica esultava, Lombardi pure: «Il caso Caracciolo dimostra che il nostro metodo di scelta online funziona. Ora valutiamo altri casi segnalati in rete».

Questo mentre Grillo andava in giro per Roma mascherato da tigre e lupo. Simbolo evidente di un'alienazione complessiva. Neanche siamo più noi stessi, e la politica oramai un carnevale che non finisce (mai) in quaresima.

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