Gli ultimi sms al papà. Poi il silenzio. Mattia Fiaschini, 24 anni, è morto in Australia, dove era andato alla ricerca del suo futuro, lasciandosi alle spalle Cesenatico.
Dopo giorni di angoscia il cadavere dell'escursionista italiano, di cui non si avevano più notizie da mercoledì scorso, è stato individuato ieri in un crepaccio ai piedi delle Blue Mountains. A dare la notizia è stata la polizia dello Stato australiano del New South Wales in un comunicato pubblicato sul proprio sito.
Mattia aveva abbracciato il sogno che spinge altri diecimila giovani italiani ogni anno a lasciare il Belpaese per raggiungere l'Australia con il visto vacanza-lavoro, che permette loro di restare almeno un anno in quel continente.
Il ragazzo, che si era diplomato al liceo scientifico Ferrari, un anno fa aveva salutato gli amici e i genitori ed era partito per Sydney, dove aveva trovato impiego come cameriere e barman. Nelle prossime settimane sarebbe rientrato in Italia per passare qualche settimana a casa. Ma un tragico destino ha scelto per lui.
In Australia aveva coltivato il suo amore per la natura e l'escursionismo. Era un esperto di trekking e mercoledì aveva deciso di tornare sulle Blue Mountains, dove era già stato, curioso di capire quali erano stati i danni provocati dai vasti incendi, che nelle scorse settimane avevano devastato il territorio. Ma forse proprio il mutamento del panorama dovuto agli incessanti roghi, lo hanno disorientato, facendogli perdere i punti di riferimento.
Le Blue Mountains, dichiarate patrimonio dell'Umanità, distano solo due ore di auto da Sydney. Dopo i primi sms al padre, però, Mattia aveva smesso di scrivere e si era avventurato verso la catena montuosa, dove tra l'altro non c'è copertura di segnale per i cellulari. Le sue ultime immagini si fermano a Blackheath, dove è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza.
Quando giovedì non si è presentato al lavoro è scattato l'allarme e poi le ricerche. Rodolfo, il padre del giovane, è partito subito da Cesenatico e domenica è arrivato a Sydney, per assistere alle ricerche. Ma la speranza di riabbracciare il figlio vivo si è spenta qualche ora dopo. La polizia locale ha annunciato che alle 14,30 (ora locale) il corpo senza vita di Mattia è stato avvistato da una squadra che partecipava alle ricerche in fondo al Balzer Lockout, uno strapiombo sotto alla Banging Rock, poco distante da Blackheath. Poco dopo il cadavere è stato recuperato e affidato al medico legale per l'autopsia. La notizia della morte ha sconvolto la comunità di Cesenatico e il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ha voluto testimoniare la sua vicinanza ai genitori della vittima. «Voglio esprimere cordoglio al padre e a tutta la famiglia, a nome mio personale e dell'intera comunità regionale- ha detto -. A loro va un abbraccio sincero. E massima solidarietà anche alla città di Cesenatico».
L'esperienza in Australia che Mattia stava facendo è condivisa ogni anno da oltre 10mila giovani italiani, che partono con il visto vacanza-lavoro.
Al termine 2mila usufruiscono del secondo visto, che permetta ancora dodici mesi di permanenza a chi decide di lavorarne almeno tre nelle farm, le aziende agricole australiane. Si calcola che in 13 anni oltre 114mila ragazzi italiani siano partiti per raggiungere questo affascinante continente. Molti poi sono rimasti, ma la maggior parte è rientrata. Mattia è stato meno fortunato.
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