L'unica preoccupazione del governo Conte: le nomine di primavera

A gennaio i vertici del Fisco e delle Authority. Poi la grande partita per Eni, Enel, Leonardo

L'unica preoccupazione del governo Conte: le nomine di primavera

Un collante capace di resistere alle forze centripete che mettono a dura prova il governo giallorosso. Una motivazione più solida delle contrapposizioni che, fino a qualche giorno fa, facevano pensare che il Conte II non avrebbe mangiato il panettone, come si dice in gergo.

Invece, a quanto pare salgono le probabilità che l'esecutivo giallorosso, schivando ostacoli e insidie vari, punti a consumare anche la colomba di Pasqua.

Quanto basta a scavallare la stagione delle nomine più importanti. Autorità, agenzie fiscali e, soprattutto, le società partecipate dallo Stato. Giganti del calibro di Eni, Enel, Leonardo, Fincantieri, Enav e Terna, i cui vertici scadranno appunto in primavera.

Un incastro di nomine che coinvolgerà decine di posizioni. Anche se è prestissimo per fare nomi, il tema è già emerso politicamente quando è stato attribuito a Matteo Renzi un interesse diretto alla partita. E addirittura si è pensato a un accordo sottobanco con il leader della Lega, Matteo Salvini. Il tutto per scegliere i gran commis. Ad esempio il successore dell'attuale amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. La partita è in mano al ministero dell'Economia guidato da Roberto Gualteri e questo non è un punto a favore del leader di Iv. Si è parlato di un ritorno di Franco Bernabè alla presidenza con Massimo Mondazzi (un interno). Ma non è esclusa una conferma di Descalzi.

Per Enel il governo propenderebbe per una conferma di Francesco Starace, che nei mesi scorsi alcune voci davano in corsa per Eni. Sempre in chiave renziana e per creare l'illusione di una riduzione del debito pubblico, possibile che nei prossimi mesi qualcuno torni a parlare del progetto Capricorn, il passaggio di azioni delle partecipate dal Tesoro a Cassa depositi & prestiti. Ma al momento tutti preferiscono non affrontare il tema, ben più complesso di un giro di nomine, per quanto enorme.

Inevitabile, invece, affrontare le nomine più vicine. Quelle più politiche, la cui importanza è legata, oltre che alla competizione tra partiti, ministri e leader, anche all'attuazione delle politiche governative. Ad esempio le agenzie fiscali. Il premier Conte, reduce da un mese di rinvii ha assicurato che dopo capodanno «torneremo a riunirci per indicare nuovi nomi e in particolare per l'Agenzia delle Entrate».

Una partita importante. Ora è in carica Antonino Maggiore. Nelle settimane scorse era tornato a circolare il nome di Ernesto Maria Ruffini, gradito allo stesso Renzi, ma non al M5s che vorrebbe di nuovo Maggiore. In corsa anche Raffaele Russo, ex Ocse oggi al mnistero dell'Economia

Chiunque sarà scelto, dovrà dare garanzie sulle entrate da lotta all'evasione, previste dalla legge di Bilancio. Un ruolo chiave per la sopravvivenza del governo.

Molto urgente la nomina dei vertici del Gse (Gestore servizi elettrici) dopo lo scontro tra presidente e ad (Francesco Vetró e Roberto Moneta) e ilcommissariamento previsto dal Milleproroghe. Decisione dettata dalla «fame di poltrone», per il leader della Lega Salvini, che ha chiesto un intervento di Sergio Mattarella. Tra i nomi circolati subito dopo Natale, quello di Luigi Michi, il manager ex Enel e Terna, particolarmente gradito al M5s.

Infine una curiosità, nel testo del Milleproroghe è prevista la figura del vicecommissario. Per entrambi il mandato dovrebbe durare solo per il 2020. Tutta politica la scelta dei vertici delle autorità garanti, i cui vertici sono votati dal Parlamento.

I presidenti dell'Agcom (Comunicazioni) e Garante della privacy, Angelo Marcello Cardani e Antonello Soro, sono scaduti. Il centrodestra ha proposto Ignazio La Russa, la maggioranza Carlo De Vincenti. Ma per queste come per le altre nomine, accade spesso che i veri candidati spuntino all'ultimo momento.

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