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L'Unità chiude, il Pd guarda Ed è scontro tra ex direttori

Polemica su crac e conti in rosso, inutili le ultime trattative. Veleni anche contro il premier: "Renzi non ha fatto nulla"

L'Unità chiude, il Pd guarda Ed è scontro tra ex direttori

Oltre duemila firme in poche ore per una petizione online «Siamo tutti lettori e giornalisti dell' Unità » indirizzata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Un incontro in extremis del Cdr col presidente del Pd, Matteo Orfini, e col vicesegretario Lorenzo Guerini, tappa tardiva di una vertenza che si trascina da mesi e che ora è arrivata al capolinea. E tante, ancora tante polemiche, per la chiusura di un giornale che la parte non renziana del partito addebita in larga parte a Renzi&C. Anche se sono solo gli ultimi arrivati. In mezzo c'è un giornale, l' Unità , che oggi, dopo novant'anni e cinque mesi, sarà in edicola per l'ultima volta. Se solo per qualche mese o per sempre si vedrà.

Al di là delle attestazioni, bipartisan, di solidarietà ai giornalisti da oggi senza lavoro e in cassa integrazione - tra le altre quelle dei senatori del Pd e quella della presidente della Camera, Laura Boldrini - sono i veleni quelli che stanno accompagnando la chiusura dello storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci il 12 febbraio del 1924. C'è il direttore, Luca Landò, che nel suo editoriale di ieri tuona: «La verità, inutile girarci intorno, è che il Pd non ha fatto molto per impedire che l' Unità cadesse di nuovo nel buio della chiusura». E indica anche il colpevole: «Certo, l'Unità ha criticato più volte le scelte di Renzi, ma lo stesso abbiamo fatto con Cuperlo e Civati. È vero abbiamo ospitato e ospitiamo volentieri le voci dissidenti del Pd, come Chiti e Mucchetti, ma abbiamo fatto lo stesso con quelle di Guerini e Gozi, Boschi e Taddei. Se voleva una linea politica ed editoriale diversa, non poteva il Pd sostenere una cordata di imprenditori capace di fare un'offerta alternativa? Davvero quello che viene chiamato “Mister 41%” in Europa, non è in grado di parlare con quattro imprenditori in Italia? Difficile crederlo».

In parallelo corre un'altra polemica, quella tra gli ex direttori chiamati in causa dalle parole del tesoriere del Pd Francesco Bonifazi che ha sottolineato le colpe pregresse di chi ha gestito il giornale oggi al capolinea. Giuseppe Caldarola, direttore dal '96 al '98, gli dà ragione, anche se non crede che Renzi interverrà: «Quando l' Unità chiuse nel 2000 i debiti sono passati a Sposetti, il giornale consegnato a Furio Colombo era pulito. Adesso il numero di copie vendute è la metà e i debiti sono cresciuti. Qualcuno porta la responsabilità di tutto ciò, non certo Landò. Bussare alla porta di Colombo, De Gregorio e Sardo». Ma mentre Concita De Gregorio (direttore dal 2008 al 2011) tace, non ci stanno a fare i capri espiatori Furio Colombo e Claudio Sardo, direttori dal 2001 al 2005 e dal 2011 al 2013. «Di sicuro le perdite non sono attribuibili ai giornalisti», dice Colombo. E Sardo: «Mi auguro che ci sia responsabilità da parte del Pd a trovare una soluzione idonea».

Intanto oggi è il giorno dell'addio. O, chissà, dell'arrivederci.

Lo spera un altro ex direttore, Walter Veltroni, che in un articolo che comparirà oggi sull'ultimo numero scrive: «Abbiamo il dovere di farci una sola domanda: come sarà l' Unità ?».

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