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M5s, sono 47 i parlamentari non in regola con le restituzioni

Il dato è emerso dalla riunione di oggi alla Camera tra i capigruppo del M5s e i probiviri. Nelle prossime ore scatteranno i provvedimenti commisurati alla gravità della violazione

M5s, sono 47 i parlamentari non in regola con le restituzioni

Sono 47 i parlamentari del M5s che non sono in regola con le restituzioni ai cittadini, secondo le norme interne del MoVimento, ben più dei 30 di cui si ipotizzava.

È il dato che emerge dalla riunione di oggi alla Camera tra i capigruppo e i probiviri. "L'85% dei parlamentari è in regola con le restituzioni ai cittadini", hanno affermato i capigruppo pentastellati di Camera e Senato Davide Crippa e Gianluca Perilli. Questi ultimi hanno anche annunciato che nelle prossime ore partiranno, come prevede lo statuto, “i procedimenti dei probiviri per chi non in regola".

Crippa e Perilli hanno precisato che dall’inizio della legislatura, i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno restituito oltre 13 milioni di euro, ''denaro utilizzato per aiutare i cittadini e le piccole e medie imprese, con iniziative riguardanti sanità, scuola, alluvionati, aiuti alle famiglie delle forze dell’ordine, finanziamenti per il fondo per il contrasto della povertà educativa e il fondo contro la violenza sulle donne''. Oltre tre milioni di euro, sempre derivanti dalle restituzioni dei portavoce nazionali e regionali, sono stati impiegati per finanziare ''progetti di sostenibilità ambientale per i quali le scuole pubbliche interessate potranno presentare richiesta entro il 29 febbraio 2020''.

Per i parlamentari non in regola con gli impegni presi con i cittadini al momento della candidatura, i probiviri hanno comunicato che i provvedimenti saranno commisurati alla gravità della violazione.

Inoltre, si legge nella nota ''come previsto sempre dallo statuto, a partire dall’apertura del procedimento, ci saranno dieci giorni per presentare le controdeduzioni. I probiviri hanno altresì sottolineato l’importanza che, gli impegni assunti nei confronti dei cittadini, al momento della candidatura, vengano pienamente rispettati''.

Le situazioni più gravi riguardano almeno una decina di parlamentari del M5s. Nelle ultime ore ha protesta con veemenza Dalila Nesci, la deputata calabrese che si era autocandidata per le regionali del 26 gennaio ma non è stata presa in considerazione dai vertici.

Tra chi rivendica la "disobbedienza" c'è il senatore Michele Giarrusso, da tempo su posizioni di dissenso, che ha affermato di non rendicontare da un anno perché i soldi gli servono per le cause legali legate alla sua attività politica.

Alcuni dei parlamentari nel mirino contestano anche le modalità dei pagamenti in quanto i fondi vengono versati a beneficiari decisi di volta in volta dai vertici ma ciò non avviene da quasi un anno.

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