Macché privacy violata. Facebook macina utili nonostante gli scandali

Ricavi +49%, l'utile netto aumenta del 63%. Gli utenti attivi salgono da 2,13 a 2,2 miliardi

Macché privacy violata. Facebook macina utili nonostante gli scandali

Facebook continua a macinare utili e ad allargare il numero degli utenti nonostante lo scandalo di Cambridge Analytica, che ha violato 87 milioni di profili, e la campagna per cancellare l'app del social network.

L'utile netto, nel primo trimestre, è schizzato a 5 miliardi di dollari, in crescita del 63% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, mentre i ricavi sono saliti del 49% a quasi 12 miliardi di dollari.

In crescita anche i numeri degli utenti attivi: quelli mensili sono saliti del 13% dal 2017 arrivando a 2,2 miliardi rispetto ai 2,13 miliardi della fine dell'anno. Eppure solo un mese fa Mark Zuckerberg, il fondatore della società, è stato sommerso dalle critiche ed è apparso, con faccia contrita, davanti al congresso Usa sottoponendosi al fuoco di domande di deputati e senatori.

Cosa è successo dunque? Agli utenti non importa la sicurezza dei propri dati? In realtà la questione è semplice. I conti del primo trimestre dell'anno sono stati chiusi solo due settimane prima dell'inizio dello scandalo dei dati violati. Insomma quello appena uscita è un bilancio poco significativo rispetto alla questione che ha appassionato il mondo per settimane. E dunque, per vedere davvero se il problema ha impattato sui conti bisognerà attendere il prossimo trimestre e, sopratutto, quelli a venire. Anche perché, a livello pubblicitario, molte campagne erano ormai state impostate. Ed è proprio la pubblicità a fare la parte del leone nei conti di Facebook dato che rappresenta quasi totalità delle entrate, ossia il 98%. Con una altissima percentuale rapportabile anche al settore mobile, il 91% in crescita rispetto all'85% dello stesso periodo di un anno fa.

«Abbiamo certamente pensato a forme diverse di monetizzazione - ha sottolineato il direttore finanziario Sheryl Sandberg - comprese le sottoscrizioni e continueremo a considerare tutto ma la pubblicità è quella che si presta meglio al nostro business».

Ora bisognerà capire se gli inserzionisti continueranno ad investire nonostante i problemi presentati dal social network per la tutela della privacy degli utenti. Facebook infatti è accusata di non aver protetto i dati degli iscritti rispetto all'uso che ne hanno fatto terze parti ed è anche alle prese con la stretta sulla privacy imposta dell'Unione europea. Il fondatore nonché ad della società, Mark Zuckerberg, ha cercato comunque di tranquillizzare gli investitori. «Stiamo facendo investimenti affinché i nostri strumenti siano usati in modo positivo, ma allo stesso tempo dobbiamo continuare a costruire strumenti per tenere le persone connesse, rafforzare le nostre comunità», ha detto nel corso della conference call dopo la pubblicazione dei conti.

Tanto per capire quanto è importante e in crescita la pubblicità per Facebbok basta guardare ai numeri: nei primi tre mesi dell'anno la raccolta è stata pari a 11,8 miliardi di dollari, rispetto a 7,86 miliardi dello stesso trimestre del 2017. In Borsa il titolo è salito del 8,8%.

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