Cronache

Macron torna a Beirut per la seconda volta e il Libano prova a ripartire col nuovo premier

Alla guida del governo Mustapha Adib, 48 anni, ambasciatore in Germania

Macron torna a Beirut per la seconda volta e il Libano prova a ripartire col nuovo premier

Arriva Emmanuel Macron e il Libano cerca di dare una risposta alle richieste di riforme e cambiamento che provengono dall'amica Francia e dalla sua popolazione. Ieri il Parlamento ha nominato Moustapha Adib come prossimo primo ministro del Paese. Adib, ha 48 anni, era ambasciatore in Germania dal 2013. Una nomina però che difficilmente placherà la rabbia dei manifestanti. I libanesi vogliono una revisione completa del sistema politico della nazione, già da prima della devastante doppia esplosione di Beirut del 4 agosto. Il governo precedente di Hassan Diab è durato meno di otto mesi, dopo che Saad Hariri si è fatto da parte alla fine del 2019 sotto la pressione delle proteste. Adib ha un dottorato in giurisprudenza e scienze politiche e ha insegnato in università in Libano e Francia. È stato consigliere dell'ex primo ministro Najib Mikati.

È stato scelto da un gruppo di ex primi ministri, compreso lo stesso Hariri, che guida il principale partito musulmano sunnita del Libano, il Movimento Futuro. Adib ha ottenuto 90 voti sui 120 deputati ancora in carica. Ha ricevuto l'approvazione dei principali gruppi politici del Paese: il tandem sciita Hezbollah-Amal, la Corrente patriottica libera del presidente Michel Aoun e il partito druso di Joumblatt. I cristiani falangisti avevano indicato Nawaf Salam, rappresentante Permanente dell'Onu a New York ed ex giudice della Corte penale internazionale.

Nel suo primo discorso ufficiale Adib, l'accademico di Tripoli ha detto che era il momento «per agire», impegnandosi a formare rapidamente una squadra di «esperti» riformisti. «Soprattutto dopo la tragedia del 4 agosto, non è più tempo di parole, promesse o speranze», ha dichiarato. «Vogliamo formare un team di lavoro composto da esperti e persone competenti». L'obiettivo è contenere la corruzione in modo da permettere il finanziamento della ricostruzione. Ma in ballo c'è pure la riforma costituzionale, la fine del patto settario su cui si è fondato il Paese dei Cedri fin dall'indipendenza nel '43, che ha prodotto corruzione e clientele.

Subito dopo il suo discorso, Adib si è diretto verso i quartieri di Gemmayze e Mar Mikhael, devastati dall'esplosione. Durante il tour ha detto: «Ci auguriamo che la ricostruzione avvenga il più rapidamente possibile e che i risultati delle indagini sulle cause siano presentati rapidamente all'opinione pubblica». Ma alcuni al suo passaggio hanno cantato «Rivoluzione!».

La nomina di Adib arriva a poche ore dalla visita a Beirut del presidente francese Macron. È la sua seconda dopo il 4 agosto. Allora aveva esortato a formare rapidamente un governo per uscire dalla crisi. Ma secondo molti libanesi Adib è stato scelto per proteggere gli interessi della classe dirigente e il suo governo continuerà la «controrivoluzione» cominciata da Diab. Il sistema politico libanese è anche un territorio conteso tra potenze come l'Iran e l'Arabia Saudita. L'Iran foraggia Hezbollah, il gruppo armato sciita e il partito più potente del Libano. L'Arabia Saudita ha legami storici con i politici libanesi musulmani sunniti.

Più che una nazione, un rompicapo.

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