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Di Maio: "No a presupposti per alleanza stabile con il Pd"

A margine dell'informativa al Senato sulla Siria, Luigi Di Maio chiude definitivamente le porte a un'alleanza strutturata con il Pd: "Non ci sono i presupposti, i nostri militanti e rappresentanti sul territorio non la vogliono"

Di Maio: "No a presupposti per alleanza stabile con il Pd"

"Non ci sono i presupposti per alleanze strutturali con il Pd. I nostri militanti e rappresentanti sul territorio non la vogliono. A Zingaretti rispondo con il sorriso". È durata esattamente 19 giorni l'ipotesi di un asse stabile dem-Movimento 5 Stelle. A chiudere le porte alla proposta del segretario Pd per "costruire che vale intorno al 47-48% dei consensi e che fermi Salvini" è Luigi Di Maio.

Il capo politico pentastellato, a margine dell'informativa in Siria, boccia quindi l'ipotesi di ripetere a livello nazionale e locale il "patto di Narni", la coalizione Pd-M5S che alle Regionali in Umbria di domenica scorsa ha perso di oltre 20 punti contro il centrodestra. "Io ho sentito tante persone sul territorio, tanti attivisti e non c'è la volontà di fare alleanza strutturali con loro", il commento di Di Maio. Un annuncio, quello del ministro degli Esteri, che arriva a poche ore dalla decisione, presa martedì sera, di correre da soli in Emilia e Calabria. "Ieri sera abbiamo deciso che ci presentiamo da soli", ha spiegato il leader grillino, precisando che "questo non significa [...] non aprire a un candidato presidente che possa rappresentare un respiro oltre il Movimento ma nell'ambito di una terza via che rappresenta il nostro Movimento, come abbiamo sempre fatto". Un assist alla senatrice pentastellata Bianca Laura Granato, che lunedì aveva chiesto ai vertici del M5S di andare alle elezioni regionali calabresi "Non da soli, ma con coalizioni di liste civiche pure".

Discorso simile in Emilia-Romagna, dove malgrado l'ennesimo l'appello ai 5 Stelle del candidato del centrosinistra, Stefano Bonaccini, di "essere protagonisti con me", il Movimento correrà da solo. Di Maio boccia così definitivamente l'ipotesi di un Umbria-bis alle prossime Regionali, incrementando in maniera notevole le chances di vittoria del centrodestra, in particolare nella "rossissima" Emilia-Romagna.

Tuttavia, le parole di Di Maio non sono un avviso di sfratto al governo.

Al contrario, ha precisato il responsabile della Farnesina, "con Zingaretti e Franceschini lavoro benissimo, meglio di come si lavorava nel governo precedente".

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