Roma - Luigi di Maio «commissaria» i ministri Nunzia Catalfo (Lavoro) e Stefano Patuanelli (Sviluppo economico). Il capo politico dei Cinque stelle si accomoda alla Farnesina ma conserva, grazie a una fidata rete di burocrati (tutti riconfermati) amici e compaesani, il potere nei due posti chiave dell'esecutivo. Uno dei primi atti del governo Conte bis è la riconferma di Salvatore Barca nell'incarico di segretario generale al Mise: nomina che solo qualche mese fa ha fatto scattare sulle sedie i deputati del Pd. Ma due giorni fa è stato proprio il Partito democratico, con i suoi ministri nel governo, a dare il via libera alla riconferma dell'incarico. Barca è un fedelissimo del ministro degli Esteri: napoletano di Volla, comune a pochi chilometri da Pomigliano D'Arco, segue Di Maio dai tempi della vicepresidenza della Camera. E si deve sempre a Barca il progetto sul microcredito con i fondi delle restituzioni degli stipendi dei parlamentari grillini. Il compaesano di Di Maio, grazie alla riconferma sulla poltrona di segretario generale, si candida a essere il ministro ombra dello Sviluppo economico. Così il ministro degli Esteri avrà un occhio ben vigile nell'ex ufficio, per seguire i dossier importanti. Lasciando al collega di partito Patuanelli l'onore di sfilate e passerelle istituzionali. Conferma in arrivo, sempre al Mise, per Assia Montanino, ex segretaria particolare di Di Maio. Pomiglianese come il suo capo, Montanino è anche la compagna di vita di Barca. Non lascerà la guida dell'ufficio legislativo del Mise Enrico Esposito: avvocato di Acerra, ex collega di università di Di Maio, continuerà a coordinare l'attività legislativa del ministero dello Sviluppo economico. Esposito fa già coppia fissa con il neoministro Patuanelli. Il nome di Esposito creò un po' di imbarazzo a Di Maio per vecchi post sessisti. E sempre dal Pd arrivarono pesanti critiche. Ma ormai è acqua passata. Praticamente Di Maio non lascia scelte ai neoministri: Vito Cozzoli sarà confermato nell'incarico di capo di gabinetto al Mise. C'è da decidere se il burocrate vicino a Di Maio conserverà anche la stessa poltrona al ministero del Lavoro. Chi dovrebbe restare accanto al neoministro del Lavoro Catalfo è Luigi Falco, capo dell'ufficio stampa di Di Maio. Cristina Belotti, portavoce del capo politico dei Cinque stelle, potrebbe invece trasferirsi alla Farnesina. Al ministero degli Esteri dovrebbero traslocare anche Giovanni Pugliese, consigliere diplomatico di Di Maio, e Dario De Falco, sistemato a Palazzo Chigi, come capo dello staff della vicepresidenza del Consiglio, nel Conte 1. C'è poi da risolvere il caso di Marco Bellezza, ex consigliere giuridico di Di Maio a Palazzo Chigi. Prima che il leader della Lega Matteo Salvini aprisse la crisi, Bellezza ha ottenuto un incarico al ministero del Lavoro. Il ministro Catalfo dovrà decidere se confermare o annullare la consulenza. A guidare, invece, il gabinetto di Di Maio al ministero degli Esteri sarà Ettore Francesco Sequi, attuale Ambasciatore d'Italia a Pechino. Anche con il Conte bis la pizza magica è salva.
Tutti gli amici e compaesani non perderanno la poltrona negli uffici dei ministeri Lavoro e Sviluppo economico. E soprattutto Di Maio non molla. Anzi, triplica il potere. Grazie ai burocrati amici continuerà a gestire indirettamente i due ministeri.
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