Di Maio tarocca il programma pur di diventare premier

Il piano di governo M5s ora su «Rousseau» non è quello approvato dagli iscritti. La replica: solo qualche ritocco

Di Maio tarocca il programma pur di diventare premier

Poco prima delle elezioni era diventato virale un video in cui si raccoglievano con un montaggio veloce di dichiarazioni di esponenti Cinque stelle, tutte le posizioni del Movimento sull'euro. Il risultato è esilarante, una contraddizione continua fino al picco di Beppe Grillo che contraddice se stesso, dicendo una volta che «bisogna uscire dall'euro prima possibile» e quella dopo: «Non ho mai detto di uscire dall'euro». Si potrebbe replicare che non contano le dichiarazioni, ma i programmi scritti e votati dalla base pentastellata sulla piattaforma Rousseau, ma pare che anche così le paurose giravolte del Movimento non diminuiscano, anzi. Sarà che scripta manent, ma su internet un po' meno. E infatti ieri Il Foglio ha pubblicato il risultato di un interessante lavoro di comparazione tra il programma originale votato dagli attivisti e la versione modificata dopo il voto. Recuperando attraverso gli «internet archives» la copia presente sul Blog delle stelle fino all'1 febbraio, si scopre che ci sono grandi differenze con quella che risale al 7 marzo, cioè dopo le elezioni, quando, forte del largo consenso, Luigi Di Maio ha cominciato a reclamare per sé un incarico di governo. «I venti pdf che componevano il programma votato online - scrive Il Foglio - sono stati sostituiti da venti pdf diversi, a cui ne sono stati aggiunti quattro mai proposti né votati su Rousseau (Smart Nation, Sport, Editoria, Unione europea)». Sul Blog delle Stelle ieri è arrivata puntualmente anche una smentita, apparsa però un po' deboluccia a fronte del livello di approfondimento dell'articolo del quotidiano, secondo cui, ad esempio, sulla Nato le posizioni dure del programma originale grillino sono state fortemente addolcite dopo il voto quando, va ricordato, Di Maio si recò subito a incontrare l'ambasciatore americano in Italia. Il blog rimarca che la posizione sull'Alleanza atlantica rimane la stessa, cioè la richiesta di una revisione in senso più strettamente difensivo. Eppure, la distanza con il programma di oggi appare siderale, se si vanno a rileggere i testi ripescati negli archivi web. Il Giornale ha provato ad esempio a confrontare la versione sintetica del programma che risale allo scorso 1 febbraio, confrontandola con la versione attuale e si scopre che manca un passaggio fortissimo che nell'originale suona così: «Disimpegno dell'Italia da tutte le missioni militari della Nato in aperto contrasto con la lettera e lo spirito dell'art. 11 della nostra Costituzione». Non è l'uscita dall'Alleanza, ma poco ci manca. E di sicuro sarebbe uno strappo fortissimo. Nel nuovo programma, modificato senza chiedere il parere della base su Rousseau, non c'è niente di così definitivo. Altrettanto forte, è l'affermazione del programma originale secondo cui l'Italia a 5 Stelle considera «inoltre, il nostro territorio indisponibile per il deposito e il transito di armi nucleari, batteriologiche e chimiche nonché per installazioni e addestramenti che ledano la salute degli italiani». Nella versione attuale c'è un molto più blando impegno per il disarmo e la rimozione di armi di distruzione di massa.

Secondo la nota sul Blog delle Stelle si trattava di versioni provvisorie che hanno subito solo aggiornamenti della forma. Eppure i documenti di febbraio riportavano anche il numero di voti ricevuti da ogni testo su Rousseau. E le differenze sono tutt'altro che ritocchi formali. E non solo su euro e affari internazionali. È ad esempio completamente sparito un capitolo sui «sindacati senza privilegi». E sarà solo una coincidenza, ma lo scorso 10 aprile al Senato hanno incontrato quelli della Cgil, creando un inedito ponte.

È vero che Gianroberto Casaleggio teorizzava un futuro governato da

un «leader interattivo» che avrebbe messo in pratica le indicazioni dei cittadini. Ma la manipolazione del programma pare avere ben poco di interattivo: è l'ennesima prova che il M5s è il partito più verticistico di tutti.

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