Gli «impresentabili» spuntano anche sull'altra sponda dell'Adriatico, in Albania. Le elezioni amministrative di ieri hanno registrato accesi scambi di accuse sui candidati a sindaco con passati criminali. Almeno una decina, soprattutto per corruzione, secondo i politici locali, ma alcuni sono finiti in manette in Italia.
L'Albania ha rinnovato domenica le sue 61 amministrazioni comunali chiamando alle urne tre milioni e 370mila elettori. Un test per il futuro ingresso in Europa del paese delle Aquile e sulla tenuta del governo socialista del premier Edi Rama al potere da due anni. I sondaggi lo danno per vincente con la coalizione «Alleanza per l'Albania europea» a discapito del centro destra del nuovo leader, Lulzim Basha.
Lo scorso aprile l'ambasciatore americano a Tirana, Donald Lu, aveva denunciato, che nelle lista dei candidati ci sono dei personaggi non proprio puliti. Il portale del giornalismo d'inchiesta nei Balcani, Birn , ne ha scoperti tre che hanno avuto guai con la giustizia in Europa. Due candidati sindaci erano stati arrestati nel nostro Paese. «Edi Rama ha aperto porte del suo partito a decine di persone già condannate per prostituzione o traffico di droga in Italia» è l'accusa lanciata da Gent Strazimiri, parlamentare del Partito Democratico. In realtà anche i conservatori non sono senza peccato. Come ha scoperto il Giornale , in collaborazione con «Birn», il candidato sindaco del comune di Kelcyra, Gentian Muhameti, era stato pizzicato nei dintorni di Lecce per traffico di droga nel 1997. Dopo l'arresto a Meledugno con 30 chilogrammi di mariuana ha patteggiato una condanna ad un anno e sei mesi. Il 9 giugno la Commissione elettorale lo ha rimosso dalla corsa a sindaco. Più ambigui i casi fra le fila dei socialisti. Arturo Bushi è un ex parlamentare, candidato a sindaco nella città albanese di Kruja. Lo scorso gennaio aveva votato una risoluzione in parlamento che invita i partiti a far piazza pulita di chi è stato coinvolto in inchieste ed attività criminose.
Bushi era stato arrestato nel 2010 dalla polizia di Gallarate assieme con altri otto albanesi della cosiddetta banda della Moriggia. Gli investigatori erano convinti che fosse il braccio destro del boss del gruppo criminale, che importava cocaina dall'Olanda. «Nelle intercettazioni parlavano di pezzi di ricambio di automobili, ma erano partite di droga da vendere all'ingrosso sulle piazze di Brescia, Modena, Lucca e Piacenza» ha spiegato al Giornale, Franco Novati, ex dirigente del commissariato di Gallarate. Bushi è finito in carcere, ma in seguito il suo caso fu archiviato. L'albanese ha sostenuto che «andava ad Amsterdam per comprare automobili senza sapere cosa combinassero gli altri».
Un altro socialista, Elvis Rroshi, candidato sindaco a Kavaja è finito nel mirino della polizia in Svizzera dal 1993 al 1997 secondo le informazioni raccolte da «Birn». Alla fine lo hanno espulso e rimandato a Tirana.Il premier Rama ha dovuto ammettere l'arresto e l'espulsione dei suoi uomini, ma li ha difesi sostenendo «che nelle nostre liste non abbiamo alcun condannato».
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