Roma - Una semplificazione affidata a un Comitato interministeriale guidato dal premier Conte e attuata dal una commissione guidata da un magistrato e dieci componenti, nominata dalla presidenza del Consiglio. Dovrà legiferare su 19 settori che spaziano dall'energia al turismo, dallo spettacolo fino all'edilizia, passando per l'istruzione e la giustizia tributaria. Il disegno di legge delega «in materia di semplificazione, riassetto normativo e codificazione» è passato un po' in sordina. Messo in ombra dal decreto semplificazioni. Ma la posta in gioco non è meno importante dell'altro provvedimento. Dovrà velocizzare l'iter delle semplificazioni, anche a scapito del ruolo del Parlamento.
Il governo dovrà approvare i decreti entro due anni dall'approvazione definitiva della norma.
Un accentramento di poteri a Palazzo Chigi, dove sarebbe istituita anche una cabina di regia permanente presieduta dal capo del dipartimento per gli affari giuridici.
È una sorta di rovesciamento del controllo che all'inizio del mandato del governo i partiti della maggioranza volevano applicare alla Presidenza del Consiglio. Con il decreto delega, il premier prende in mano il coordinamento su temi di competenza di ministeri pesanti.
Fa parte della delega il provvedimento annunciato dal governo per fronteggiare la recessione. Per favorire gli investimenti, il governo dovrà varare provvedimenti per «assicurare l'efficienza e la tempestività delle procedure di programmazione, affidamento, di gestione, e di esecuzione degli appalti pubblici e dei contratti di concessione».
Sull'energia la delega prevede che il governo armonizzi il percorso di riduzione degli incentivi alle energie rinnovabili «compreso il fotovoltaico, diversificandone, per quest'ultima, la misura, in ragione della potenza degli impianti». Poi il rafforzamento del divieto di cumulo.
Il governo dovrà intervenire anche sulla somministrazione di energia alla popolazione (prezzi e tariffe dei prodotti energetici). Quindi una riforma del sistema, complessissimo, di determinazione delle tariffe di energia e gas. Una leva fondamentale nelle mani del governo. Difficile capire come cambierà, ma è facile leggere nel provvedimento la tentazione di un intervento diretto del governo sui prezzi dell'energia, magari per abbassare la bolletta delle aziende italiane, penalizzate rispetto ai competitori esteri.
Sui beni culturali il governo dovrà «rivalutare» i casi in cui è possibile cederli, «in modo da assicurare la conservazione e fruizione del demanio culturale». Il riferimento sembra essere a operazioni come Valore Paese, che ha già permesso ad alcuni privati di prendere in gestione fari della Marina militare. Da rivedere anche il sostegno dei privati.
La delega prevede anche un «codice dello spettacolo», la riforma dei contributi alla cultura, comprese le fondazioni lirico sinfoniche.
In arrivo anche una riforma degli acquisti della pubblica amministrazione, regolati dalla Consip,
Poi una revisione del codice della strada, compresa la disciplina delle multe «secondo principi di
ragionevolezza, proporzionalità, effettività e non discriminazione», poi semplificazioni sugli accertamenti delle infrazioni e sui ricorsi.Infine una integrazione del codice civile, in particolare con nuove misure sulle successioni.
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