Marina: "L'amore di una figlia non acceca, l'odio sì"

La figlia di Berlusconi: «Su mio padre menzogne e infamie, ora va ristabilita la verità storica»

Marina: "L'amore di una figlia non acceca, l'odio sì"

Su Repubblica Francesco Merlo psicanalizza le figlie dei leader, partendo da Stefania Craxi per arrivare - tra le altre, ma certamente con un posto speciale - a Marina Berlusconi, «che da tempo porta sulle spalle papà Silvio come Enea portò Anchise». L'amore per il padre - è la tesi dell'editorialista - non rende le figlie osservatrici obiettive bensì, al contrario, «occhiute e cocciute figlie-guardiane» che «rischiano di impedire o solo di rallentare la verità storica su uomini che appartengono all'Italia e non a loro». La primogenita di Silvio Berlusconi, toccata sul vivo, ha replicato con una lettera a Repubblica: «Naturalmente non posso che parlare per me, anche se apprezzo le battaglie di almeno alcune delle donne citate, a cominciare da Stefania Craxi. La cui instancabile attività a tutela della memoria del padre mi pare abbia un ruolo di primo piano nella riconsiderazione del giudizio su Bettino Craxi cui (era ora) stiamo assistendo». E continua: «Perché il punto è proprio questo: è sicuro Merlo che l'amore di una figlia accechi più dell'odio a testa bassa dell'avversario politico? Lo ripeto, sto parlando per me. Ma conoscendo molto da vicino mio padre, l'uomo che è, l'energia e la generosità con cui ha affrontato i problemi del Paese, conoscendo tutto questo ho potuto soppesare bene, senza mi pare eccessive miopie, quanto assurdi fossero e siano gli attacchi contro di lui, quanto lontane dal vero le valutazioni sul suo agire politico, quanto persecutorie e strumentali certe inchieste della magistratura». «È chiaro - prosegue la presidente di Mondadori - Silvio Berlusconi non ha bisogno di me per reagire a queste manovre, lo ha fatto e lo fa continuando a battersi come un leone. Altro che Anchise sulle spalle di Enea! Ma da figlia non posso non ribellarmi di fronte a tanta infamia, a tanta menzogna. E non credo, per usare le parole di Merlo, che il mio comportamento rischi di impedire o solo di rallentare la verità storica. Il desiderio che mi anima è esattamente l'opposto: quello di dare il mio piccolo, piccolissimo contributo perchè la verità storica cominci finalmente ad essere letta senza le lenti deformanti del pregiudizio e dell'odio.

Devo dire che, al di là delle figlie guardiane, certi giudizi politici mi pare inizino a riscoprire un poco di obiettività, mi pare che a fronte di un desolante presente anche molti avversari inizino a rendersi conto dei meriti di chi da più di vent'anni si impegna per cercare di migliorare le cose in questo Paese. Dopo tanti veleni, sarebbe un bel passo avanti».

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