Marino prova a difendersi: "Mi ero accorto che qualcosa non andava"

Il sindaco minimizza: "Dimettermi? Non ci penso proprio". Ma un mese fa la sua Giunta ha affittato alla cooperativa di Buzzi un immobile a prezzo "regalato"

Marino prova a difendersi: "Mi ero accorto che qualcosa non andava"

"Roma non è una città di mafiosi. Ha tre milioni di abitanti, la stragrande maggioranza persone perbene, che in questo momento soffrono per la crisi economica, spesso per la mancanza di lavoro, spesso per la difficoltà di trovare un alloggio a un prezzo compatibile con il salario che ricevono". Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, intervistato da Rainews24, prova a minimizzare così lo scandalo che ha travolto la Capitale. "Io non sono un investigatore, ma dal momento in cui mi sono insediato in Campidoglio mi resi conto che alcune questioni non andavano. È stato poi un susseguirsi di denunce che ho fatto al procuratore Pignatone e di cambiamenti nelle società principali: una delle prime persone che rimossi fu Franco Panzironi, ad di Ama. C’è stata molta più attenzione sulla pedonalizzazione dei Fori imperiali piuttosto che sulle altre scosse fortissime che io ho messo in atto da subito: ad esempio la chiusura della discarica di Malagrotta o l’aver mandato via il consiglio d’amministrazione di Assicurazioni di Roma. Perché le decisioni che io ho preso non sono state prese nei cinque anni precedenti? Questo bisognerebbe domandarsi...", si difende Marino. Che non ha alcuna intenzione di dimettersi e lo ha ribadito oggi: "Ma secondo voi ho affrontato un anno e mezzo di cambiamenti così radicali per poi dire "ho scherzato adesso vado alla spiaggia?".

In merito ai soldi donati alla cooperativa di Buzzi e alle foto che lo ritraggono in sua compagnia spiega: "Io non sapevo, quando sono entrato in campagna elettorale più di un anno e mezzo fa, se Buzzi fosse un criminale, perché non sono un investigatore. Durante la mia campagna elettorale abbiamo raccolto delle donazioni in maniera trasparente, che sono tutte documentate e registrate nei documenti della Corte dei Conti, quando io sono entrato nella sede di quella cooperativa sociale per la rieducazione dei detenuti, lì non c’era Totò Riina o persone attenzionate pubblicamente da indagini della magistratura".

Eppure sono tante le contraddizioni del sindaco. Dalle foto nella cooperativa a quelle che lo immortalano a parlare con Buzzi passando per la promessa di cedere il suo primo stipendio alla stessa cooperativa fino alla delibera della giunta di Roma, risalente a un mese fa, nella quale viene dato alla Cooperativa 29 giugno in affitto a 1.229 euro al mese un immobile del quale lo stesso Comune indica in 6.147 euro mensili il valore di mercato. Intanto il ministro Maria Elena Boschi, ospite de L’Intervista su Sky Tg24, rinnova la fiducia nel sindaco: "Perché si possa arrivare al commissariamento credo che ci vogliano estremi ben precisi ai sensi della legge, Marino deve continuare a fare il proprio lavoro e continuare a farlo bene". Ma il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, non è dello stesso avviso.

E mette in campo tre ipotesi sul futuro del Comune: "O un accesso agli atti, o lo scioglimento o una terza via che prevede di non intervenire essendo in corso l’attività giudiziaria".

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