Sarà la maledizione di Roberto Calderoli. Tanto odio ha maturato l'ex ministro per l'Integrazione del governo Letta, oggi eurodeputata del Pd, Cécile Kyenge, nei confronti della Lega in questi anni, per quell'appellativo «orango» scappato dalla bocca di Calderoli ad un comizio definendo così la congolese (una dichiarazione che è costata al senatore leghista e vicepresidente dell'aula di Palazzo Madama, la macumba del padre della Kyenge e una condanna in primo grado a 18 mesi), che ora l'ira Carroccio si è rivoltata contro di lei: il marito Domenico Grispino annuncia a La Zanzara di Radio 24 di candidarsi al consiglio comunale di Castelfranco Emilia (Modena) proprio con la Lega. Il partito dal quale si levarono le offese contro la moglie: «Non mi ricordo neanche chi definì mia moglie un orango, Calderoli o Borghezio... Gli stupidi sono ovunque, mia moglie fa fatica a dimenticarlo perché da anni ha la scorta, ma io cosa devo fare? Non posso buttargli un guanto di sfida o prenderli a botte in una palestra», dice. E rincara: «Se mia moglie si candidasse alle Europee non so se la voterei, bisognerebbe tapparsi il naso, ovviamente non per mia moglie ma per il Pd».
Grispino non ha dubbi: «Sono persone per bene. Metto a disposizione della Lega quello che so, le mie competenze». Avendo firmato perfino ai gazebo per evitare il processo al ministro dell'Interno: «Se uno prende una linea poi non può cambiare idea, è evidente che Salvini lo fa per svegliare l'Europa. Sta facendo bene». Di fronte al cortocircuito familiare non si scompone: «Io penso per me, ognuno pensa per sé, con mia moglie non parlo mai di queste cose».
Una settimana fa, nel suo solito sermone antigovernativo, la Kyenge affermava: «Nei prossimi 30-40 anni l'Europa avrà bisogno di almeno 50 milioni di immigrati, minimo». E nello stesso discorso svelava di avere 38 fratelli, «che potrebbero venire tutti in Italia». La Kyenge non ha preso bene la decisione del marito e su Facebook precisa: «Comprendo lo sgomento di tutti ma per quanto mi riguarda non c'è nessuna novità rilevante, essendo questo l'ennesimo e forse neanche l'ultimo episodio di una vicenda il cui copione è già scritto e anche noto».
Da tempo, infatti, Grispino manifestava le sue simpatie leghiste. E Cécile annuncia l'unica novità, ovvero il fatto che «si stia finalmente avvicinando la data dell'udienza davanti al giudice per la fine del nostro matrimonio; udienza da me richiesta ormai mesi addietro. Ho così cercato da tempo di mettere un punto finale all'episodica ed indecorosa esibizione delle questioni familiari, e posso capire le fibrillazioni della vigilia dell'udienza stessa».
Dunque chiede che «le questioni politiche che mi vedono impegnata da anni, e nelle quali intende legittimamente impegnarsi pure mio marito, devono essere tenute al di fuori della cerchia familiare. Questo succede in tutte le famiglie che si impegnano nella cosa pubblica con etica e rispetto. Lo pretendo in primis per il rispetto delle nostre figlie e dei nostri rispettivi cari».Chi la fa l'aspetti.
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