Mattarella sceglie il silenzio stampa e si ritrova senza alternative a Conte

Nonostante le difficoltà, nessun cambio al governo. Cottarelli ipotesi lontana

Mattarella sceglie il silenzio stampa e si ritrova senza alternative a Conte

«Nessun commento». Ma il silenzio del Quirinale, anche stavolta, è in realtà un atto politico forte e pieno di significati. Il capo dello Stato, raccontano, dopo il discorso alla nazione di una settimana fa, è entrato in una «quarantena comunicativa» per non correre il rischio di complicare una situazione già troppo difficile. Nessuna indiscrezione, nessun retroscena: se il presidente vorrà intervenire, lo farà in maniera ufficiale. Valgono quindi le parole pronunciate in diretta tv, che si possono riassumere così: scordatevi la crisi di governo e smettetela di bombardare il quartier generale: la «cabina di regia» - ha detto giovedì scorso - è a Palazzo Chigi, dove hanno tutti «gli strumenti necessari per fare le scelte opportune in collaborazione con le Regioni» e dove si devono produrre «decisioni univoche». I partiti lavorino con «unità di intenti» e i cittadini seguano le indicazioni degli scienziati.

Insomma, si va avanti con quello che passa il convento. Giuseppe Conte è ondivago? Sono in tanti a pensarlo. Non ha il timone in mano, ha bisogno di un commissario accanto? Può essere. È in caduta libera nella considerazione del Quirinale? Forse. Ma l'alternativa non c'è, non adesso almeno. In un Transatlantico semi deserto per la paura del coronavirus gira parecchio il nome di Carlo Cottarelli, considerato da molti la carta di riserva del Colle per un esecutivo di salute nazionale o di ricostruzione. Un'ipotesi comunque lontana, pare. «Conte viene dalla sinistra dc - spiega Gianfranco Rotondi - È un mondo che quando sei in salita ti spinge. E quando non lo sei più, continua a spingere».

E allora il futuro del premier si deciderà sui fatti. Sarà la gestione dell'emergenza a decretare se il somigli più a Churchill o a Chamberlain. Per il momento la sua poltrona non si tocca, sarebbe da pazzi pensare a cambio in corsa. Persino Matteo Salvini sembra aver accettato la tregua istituzionale e anche l'altro Matteo, Renzi, ha sospeso i suoi attacchi al premier. In più, il rinvio a chissà quando il referendum sul taglio del numero dei parlamentari e la concreta possibilità di far slittare in blocco tutte le elezioni amministrative di primavera allungano la durata della legislatura e di conseguenza anche dell'attuale esecutivo.

Ma quanto potrà durare questa situazione sospesa? La risposta è legata agli sviluppi dell'epidemia, alla capacità del governo di contenere il diffondersi dei contagi e al livello di collaborazione che Palazzo Chigi sarà in grado di stabilire con le opposizioni e le Regioni. Un dialogo che Mattarella ha detto di considerare «necessario», come pure il coordinamento: bisogna evitare «iniziative particolari» e «controproducenti». Il capo dello Stato quindi osserva e valuta i passi avanti tra i due schieramenti. Il primo incontro, martedì, non è andato troppo bene, governo e centrodestra si sono trovati lontani su commissario, chiusura di tutte le attività in Lombardia, fondi da mettere sul piatto per l'emergenza.

Poi qualcosa deve essere cambiata sull'asse Roma-Bruxelles-Francoforte.

Christine Lagarde, presidente della Bce, ha invitato i leader europei «ad agire subito» per evitare un crac generale, la Ue ha concesso «piena flessibilità» all'Italia e i miliardi disponibili sono passati a 25, vicini ai trenta reclamati da Salvini. Si va verso l'unita d'intenti che pretende Mattarella? Chissà.

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