È Pietro Curzio il primo magistrato d'Italia. Nel sontuoso salone delle Feste del Quirinale, e non a Palazzo de' Marescialli come al solito, Sergio Mattarella presiede il primo plenum del Csm ai tempi del Covid, tra mascherine e divisori in plexiglass sul grande tavolo rettangolare. Solo uno non alza la mano, al momento della votazione, ed è il laico della Lega Stefano Cavanna, mentre sono assenti per motivi personali i due consiglieri del M5s, Fulvio Gigliotti e Alberto Maria Benedetti, che però con un messaggio condividono la scelta.
Una quasi unanimità per la nomina del Primo Presidente della Cassazione, che conferma la proposta della commissione dell'alto esponente di Magistratura democratica. Ha prevalso su Margherita Cassano di Magistratura indipendente, cui il Csm attribuisce il posto di vice, come Presidente Aggiunto, la prima donna ad arrivare così in alto. E a marzo 2023, quando Curzio andrà in pensione, lei potrebbe subentrare.
Ora, però, l'organo di autogoverno delle toghe sconvolto dal caso Palamara (che il 21 culminerà nei processi disciplinari) e alle prese con la sua controversa riforma, si è dato un comitato di presidenza tutto di sinistra, con il vicepresidente del Pd David Ermini (per qualcuno quasi commissariato, per la sua presenza nelle chat di trame sulle nomine) e ambedue gli altri membri di diritto, Curzio e il Procuratore generale Giovanni Salvi, del cartello rosso di Area.
Il Presidente della Repubblica e del Csm Mattarella come di consueto si astiene e alla fine della votazione consegna una responsabilità pesante al neo eletto, quella di esprimere una svolta nel sistema dei traffici tra le correnti per le nomine dei dirigenti: «Saprà svolgere - dice- l'impegnativo incarico con consapevolezza e lungimiranza, e sono certo che saprà anche fornire un apporto significativo al Csm e al suo comitato di presidenza contribuendo a promuovere quel rinnovamento nel governo autonomo di cui vi è necessità da tutti avvertita».
L'apprezzamento per l'«eccellente» profilo di Curzio si unisce al ringraziamento all'uscente Giovanni Mammone, che «senza alcun condizionamento e con equilibrio» al Csm ha anche affrontato la tempesta Palamara. «L'esercizio sapiente e corretto della discrezionalità amministrativa - sottolinea Mattarella - consente di selezionare tempestivamente, con cura e obiettività, i dirigenti degli uffici giudiziari.
Ad essi spetta un ruolo di rilievo nel percorso di rinnovamento perché compete loro promuovere moduli organizzativi efficaci, attraverso i quali dare concretezza a principi di irrinunziabile autonomia e indipendenza della magistratura».
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