Il day-after dell'assemblea Pd è acceso. Matteo Renzi in un'intervista a LaStampa mette nel mirino la minoranza dem e commenta così le mosse di Emiliano&Co.: "È bastato stare fermi e vedere il bluff". Così il segretario dimissionario del Pd Matteo Renzi, in un colloquio con La Stampa, riferendosi alla minoranza dem dopo l'assemblea di ieri. "Resteranno, sostiene Renzi, "sul territorio non li seguirebbe nessuno". E ancora: "Bene. È stata prima di tutto una bellissima discussione. Ottimi Veltroni e Fassino, bravissima la Bellanova. Ma tutti veramente apprezzabili: siamo l’unico partito a discutere ancora cosi". Poi racconta un aneddoto: "A fine Assemblea mi ha fatto i complimenti Minniti: Uno come me - mi ha detto - uno che viene dalla mia storia, avrebbe riunito i big, fatto un caminetto e trattato una tregua: tu hai tenuto il punto ed hai visto il bluff. Che dire: sei stato bravo...".
Sul governo, invece, Renzi precisa: "Con Gentiloni va tutto bene. Sta lavorando e ci dirà lui fin quando andare avanti". "Sono riuscito a dimettermi anche da segretario - scherza ma non troppo -, dopo aver lasciato la poltrona di premier. Sono l'unico che lo ha fatto". Poi l'ex premier ha anche parlato della legge elettorale: "Il Parlamento sta lavorando meno - dice Renzi - e le idee sul che fare sono notevolmente confuse. Non prevedo tempi brevi, e comunque vedremo...".
Alle parole dell'ex premier ha risposto proprio Michele Emiliano: "La porta non è ancora chiusa, questo è chiaro, ma se Matteo non risponde, non apre uno spiraglio, non dà un segno di ascolto e di rispetto, non resta nei prossimi giorni che constatare questo atteggiamento e andare via. Se così sarà, è a Renzi che bisogna chiedere perché ha provocato questo", spiega il governatore della Puglia al Messaggero. "Noi eravamo convinti -aggiunge Emiliano in riferimento al proprio intervento durante l'assemblea dem - che ci sarebbe stata una replica di Renzi. Nella quale Matteo, a cui continuo a volere bene e ci siamo dati anche il cinque alla fine del mio discorso, avrebbe accolto almeno in parte i rilievi che io ma anche Epifani e altri abbiamo fatto". E tra gli "scissionisti" arriva il commento di Rossi: "Renzi ha alzato un muro e ci ha dato solo bastonate. La scissione è una sua scelta, non ci resta che prenderne atto", afferma il governatore toscano in un'intervista al Corriere della Sera. Renzi "è venuto con l'idea di darci una spinta. Non ha fatto neanche la replica, tutto il dibattito è stato organizzato per bastonarci e pure l'ultimo tentativo di Emiliano è stato stracciato", insiste Rossi. Quanto a possibili divisioni nel fronte antirenziano tra lui, il governatore pugliese Michele Emiliano e Roberto Speranza, Rossi precisa che "c'è un comunicato congiunto che rende giustizia a Emiliano". E sul rischio di una caduta della sua giunta regionale afferma: "Se dovesse esserci una verifica mi presenterò in consiglio con un programma di fine legislatura e, se ci sarà una maggioranza, continuerò. Altrimenti qualcuno si assumerà la responsabilità di spaccare tutto". Infine nel dibattito arriva anche la posizione del ministro della Giustizia Andrea Orlando: "Non mi pare serva mettere altri candidati alla segreteria in lizza. La questione non è che non hanno un candidato. Ne hanno anche troppi. Se la mia candidatura impedisse la scissione, sarei già candidato. Non ho capito quale sia il problema in questo passaggio...". "Noi - ha aggiunto - abbiamo troppo concentrato la nostra attenzione sulle persone.
Se le forze politiche stanno insieme solo su un leader e non su un programma alla prima curva rischiano di ribaltarsi. Dobbiamo dire prima di tutto come riposizioniamo il Pd dopo la sconfitta al referendum del 4 dicembre".
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