Matteo sogna un Pd al 40% ma il partito perde i pezzi

Tra faide e scissioni, niente simbolo in molti Comuni E in Campania Bassolino strizza l'occhio a Pisapia

Matteo sogna un Pd al 40% ma il partito perde i pezzi

Le comunali dell'11 giugno sono per i partiti le prove generali per testare alleanze e accordi in vista della tornata elettorale vera: le elezioni politiche. Ieri, alle ore 12, è scaduto il termine per presentare liste e candidature nei 1.021 Comuni al voto. Matteo Renzi proverà a tenersi lontano optando per un profilo basso per non correre il rischio di essere risucchiato dalle beghe locali. Anche perché la vigilia in casa Pd è stata accompagnata da scissioni, liti e ricorsi. Il primo grattacapo per il rottamatore è arrivato da Rignano, città natale dell'ex premier. I dem si presentano all'appuntamento elettorale spaccati: il sindaco uscente Daniele Lorenzini ha lasciato il Pd e corre con la lista civica «Insieme per Rignano». La sfidante è Eva Uccella, attuale vicesindaco e candidata ufficiale del Pd. Lorenzini, solo il 16 febbraio scorso era stato ricandidato dal Pd, ma poi aveva annunciato di voler correre con una lista senza il simbolo, aperta e di centrosinistra, ma fuori dal Pd. Sullo sfondo dello scontro tra Lorenzini e il Pd, la vicenda Consip. Il primo cittadino uscente, infatti, fu sentito come persona informata sui fatti.

Se in Toscana il Pd arriva alle elezioni spaccato, in Sicilia il simbolo non ci sarà sulla scheda elettorale. A Palermo, la lista che racchiude sotto un unico logo il Pd renziano, Alternativa Popolare di Angelino Alfano e Centristi per l'Europa di Pier Ferdinando Casini, si chiamerà Democratici e popolari. Il listone appoggerà il sindaco uscente Leoluca Orlando che si ricandida per il quinto mandato. Con buona pace della rottamazione renziana. A Palermo, gli sfidanti dell'ex democristiano Orlando saranno 6 tra cui Fabrizio Ferrandelli sostenuto da liste civiche vicine al centrodestra. Tabula rasa per il simbolo del Pd anche in provincia di Catania: niente Dem a Paternò, Misterbianco e Palagonia. In Campania, dove il Pd si prepara all'addio dell'ex sindaco Antonio Bassolino che oggi incontrerà il leader di Campo progressista Giuliano Pisapia, i democratici sono stati costretti a schierare il segretario provinciale Venanzio Carpentieri nel Comune di Melito per evitare lo smacco della mancata presentazione della lista.

Tra le grandi città che andranno al voto il prossimo 11 giugno, Genova e Parma sono due test decisivi per il M5S. A Parma, il sindaco uscente Federico Pizzarotti, dopo la rottura con Beppe Grillo, si è portato con sé una fetta di attivisti grillini nella lista Effetto Parma. La campagna elettorale di Pizzarotti è partita con il botto: il primo cittadino ha accusato gli ex amici del M5s che schierano Daniele Ghirarduzzi di aver copiato il programma elettorale. L'effetto scissione nel M5s ha avuto conseguenze pesanti a Genova: Marika Cassimatis, dopo lo scippo del simbolo nonostante la vittoria alla consultazione web tra gli iscritti al Movimento, corre per la carica di sindaco con una lista civica. Un'altra civica sostiene un ex grillino: Paolo Putti, consigliere comunale uscente. Grillo ha puntato sul fedelissimo Luca Pirondini mentre il centrodestra sul manager Marco Bucci. Gianni Crivello guiderà il centrosinistra. A Verona, il sindaco uscente Flavio Tosi resta affezionato alla poltrona di primo cittadino. Dopo dieci anni alla guida della città scaligera, l'ex leghista (oggi renziano) candida la compagna Patrizia Bisinella sostenuta da 7 liste. Federico Sboarina guiderà l'alleanza di centrodestra mentre il Pd schiera Orietta Salemi. A Lecce, per la carica di sindaco scende in campo un volto televisivo: Mauro Giliberti, giornalista e inviato di Bruno Vespa per il talk Porta a Porta, sarà il candidato del centrodestra.

Prova a uscire da Napoli, il sindaco rivoluzionario Luigi de Magistris che presenta liste con il logo Dema a Taranto e Carrara. Appuntamento rinviato per gli scissionisti del Pd: Articolo Uno-Mdp non presenterà liste nemmeno a Bettola, il Comune dell'Emilia Romagna di Pier Luigi Bersani.

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