Valentina Raffa
Sabato sera movimentato per gli 11 uomini del peschereccio «Aliseo» del compartimento marittimo di Mazara del Vallo. Intorno alle 21, mentre il peschereccio si trovava a circa 30-35 miglia Nord-Est da Zarzis, vicino al confine con la Libia, ma in acque internazionali come tiene a precisare l'armatore Manuel Giacalone - una motovedetta tunisina ha tentato il sequestro. E l'equipaggio tunisino avrebbe anche sparato contro l'Aliseo a cui non è rimasto altro che lanciare l'allarme alla Marina militare italiana. L'abbordaggio è durato circa un'ora. La Marina è sopraggiunta con il cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne, in coordinamento con la Marina tunisina, consentendo di sviare il tentativo di sequestro e portando «a rapida soluzione senza conseguenze scrive la Marina in una nota - una situazione di potenziale rischio per il motopesca intento in attività di pesca».
«Il nostro peschereccio come dimostrano i tracciati del blue box - dice Giacalone - si trovava in acque internazionali quando è stato preso d'assalto dalla motovedetta tunisina, dalla quale sono stati sparati colpi di arma da fuoco». A spiegare ai militari della Marina cosa è accaduto è stato il capitano dell'Aliseo, Domenico Ingargiola.
«L'evento - sottolinea la Marina italiana - conferma l'efficacia del dispositivo navale della Marina militare nel Mediterraneo centrale quale strumento per la tutela degli interessi e delle attività produttive nazionali in piena collaborazione con le autorità dei Paesi rivieraschi».Non è la prima volta che un peschereccio italiano sia attaccato da natanti tunisini. Il 2 agosto sempre nella stessa area, un altro peschereccio era stato preso di mira da una motovedetta militare tunisina.
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