La mela morsicata che conoscono tutti

Apple è al primo posto. Ma il marchio che vale di più è Alphabet di Google, che vola a 568 miliardi contro i 535 di Cupertino

La mela morsicata che conoscono tutti

Roma - Specchio specchio delle mie brame quale è il logo più forte e ricco del reame? Per il secondo anno di seguito, è ancora la mela morsicata il marchio al top. La classifica 2016 del «Brand Finance Global 500» conferma dunque Apple al vertice, con quasi 146 miliardi di dollari di valore, mentre la rivale coreana del colosso di Cupertino, Samsung, cede il secondo gradino del podio a Google e si piazza in terza posizione. Subito dietro c'è il sorpasso di Amazon.com - cresciuta in valore da 56 a 69 miliardi di dollari - su Microsoft, stabile a 67 miliardi dal 2015. Ma a fronte di questa prestigiosa incoronazione c'è una tegola non di poco conto per Apple: la compagnia che vale di più sul mercato mondiale infatti è infatti Alphabet. La società, della quale è titolare Google, ha superato la mela morsicata perché, secondo quanto riporta la Bbc, vale sul mercato 568 miliardi dollari a fronte dei 535 miliardi di dollari della società di Cupertino. E in questo scontro tra colossi, cosa fa il Made in Italy? Non se la passa troppo bene. Sono solo nove i marchi italiani presenti nella top 500 (dove sono rappresentate 31 nazioni), ma nessuno è nei primi cento posti e sette di loro perdono posizioni rispetto allo scorso anno. A guidare la classifica «nostrana» c'è Generali (scivolata però dall'87esimo al 120esimo posto), seguita da Eni (139esimo posto, in salita di 20 posizioni), Enel (163esima, +13 sul 2015), Telecom Italia (224esima, -53), Gucci (262esima, -65), Fiat (277esima, -43, al 13esimo posto tra i marchi dell'industria automobilistica), Ferrari (332esima, -27), Unicredit (402esima, -139) e Prada (446esima, -139).Se i marchi italiani «pesano» solo per l'1,8 per cento sul totale, la parte del leone come prevedibile la fanno gli Usa: batte bandiera a stelle e strisce il 40,02 dei brand presenti in classifica, ben 201. Cresce però la Cina, che pure segue a lunga distanza con 47 marchi, mentre al terzo posto si piazza il Giappone (41 marchi) seguito da Gran Bretagna (35), Francia (31) e Germania (25).

Aggregando i dati, va detto, più di un quarto dei brand in classifica sono targati Ue (128, il 25,6 per cento). Il predominio Usa si rafforza al vertice, con 27 marchi statunitensi nella top 50, contro 9 cinesi, 4 di Giappone e Germania, due a testa per Corea del Sud e Gran Bretagna e uno per Svizzera e Olanda.Tra i marchi più popolari, perdono posizioni sia McDonald's (-3) che Coca-Cola (-5), mentre risalgono Facebook (+14 rispetto al 2015) e Nike (+4). Scivola e tanto la Volskwagen nell'anno dello scandalo dieselgate (sonora caduta dal 18esimo al 57esimo posto, con una perdita di valore di oltre 12 miliardi di dollari), mentre la Porsche risale al 329esimo posto e sorpassa la Ferrari, scivolata al gradino numero 332.Nella classifica per rating, dove pesa più l'immagine che il bilancio, sono solo undici i brand che possono vantare il rating AAA+. In testa c'è il sorpasso tra Walt Disney e Lego, mentre L'Oreal si assicura l'ultimo gradino del podio. Pwc, McKinsey, Nike, Johnson's, Coca-Cola, Nbc, Google e Harley Davidson gli altri marchi con il massimo rating, mentre non c'è più Ferrari (quest'anno AAA). A decidere la testa della classifica per rating, anche stavolta, è stato un film: se un anno fa a spingere i mattoncini danesi era stato il film di animazione «Lego Movie», stavolta a premiare Disney ha aiutato il lancio del settimo capitolo di Star Wars.Quanto alla crescita cinese, è da segnalare come nella classifica per il solo settore bancario (dove Unicredit, come detto, è al 402esimo posto) siano occupati da marchi del gigante d'Oriente ben quattro dei primi sei posti, con ICBC, China Construction Bank, Agricultural Bank of China e Bank of China che si piazzano tra il 14esimo e il 31esimo posto della classifica assoluta, tutte in forte crescita rispetto al 2015. Ancora più vistoso il predominio cinese nel settore Real Estate, con Pechino che rivendica i primi cinque dei sei marchi presenti.

Anche guardando al trend di crescita, a spiccare sono due «brand» tutti cinesi: il fornitore di messaggistica Wechat, che ha di fatto il monopolio in tutto l'Oriente, e il produttore di smartphone Huawei. La Grande Muraglia è sempre più vicina.

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