Lui a Milano, lei a Latina. Ieri i leader del Carroccio e di Fratelli d'Italia hanno chiuso la campagna elettorale con due eventi paralleli, Matteo Salvini con il candidato alla presidenza della Lombardia Attilio Fontana, Giorgia Meloni a Latina, dove è candidata, con lo sfidante di Zingaretti (che a sua volta era a Latina, ieri pomeriggio) alla poltrona di Governatore laziale, Stefano Parisi.
Il numero uno del Carroccio, pizzicato proprio insieme alla Meloni (e a Fitto) in un «fuori onda» al Tempio di Adriano, giovedì, intento a discutere con gli alleati dell'esito delle urne, ieri ha voluto ancora una volta auspicare un buon esito del voto, ricordando l'«aria buona» annusata in questa atipica campagna elettorale. Il sogno è sfondare quota 20 per cento e, chissà, giocarsi la leadership nella coalizione, proprio il punto su cui aveva chiosato Giorgia nella chiacchierata informale in attesa dell'arrivo di Silvio Berlusconi, vaticinando che «la Lega arriverà prima». E che il successore di Bossi e Maroni sia ottimista non è un mistero per nessuno: ieri, dal palco milanese, si è sbilanciato in modo per nulla diplomatico: «Saremo la prima forza di centrodestra a livello nazionale. Non sono andato da Fazio durante la campagna elettorale, alla fine mi autoinvito. Mi siedo davanti alla Littizzetto, non parlo e rido per tutta la trasmissione. Mi pregusto le facce dei sondaggisti, di Saviano e di Fazio». Per lui l'appuntamento di domani, alla fine, è «un referendum tra me e Renzi». M5s, nonostante sia dato in forte crescita in particolare al Sud, dove Salvini punta comunque ad attestarsi intorno al 10 per cento, è «fuori partita». «Ci siamo - ringhia il leader leghista - adesso la gente scelga fra il futuro che è Lega e il passato che è Renzi».
Sintetica ma molto agguerrita anche Giorgia Meloni, che intervenendo dal palco di Latina subito dopo Parisi tira la volata al candidato del centrodestra e a Fdi: «Credeteci perché noi lunedì saremo al governo dell'Italia e della Regione Lazio, basta fare tre croci uguali su tutte le schede sul simbolo di Fratelli d'Italia», spiega alla piazza. Dicendosi sicura del lieto fine delle urne, come coronamento di una campagna elettorale «durissima, breve e intensa» nel corso della quale «abbiamo attraversato in lungo e in largo tutte le regioni di questa nazione, siamo stati in tv, abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare». Non resta che vincere, e Giorgia ci conta.
Anche perché, ironizza, di fronte «c'è una sinistra in piena crisi di nervi», una sinistra che per la Meloni «ha fatto una campagna elettorale parlando del nulla», e questo «perché aveva una certa difficoltà a parlare di temi concreti».
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