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Mia cara amante, ti lamenti di me ma non ti annoi

Beatrice risponde alla lettera della Bernardini de Pace destinata al seduttore

Mia cara amante, ti lamenti di me ma non ti annoi

La seduzione, inutile e volteggiante come la definisci tu, rimane la parte più bella dell'amore, ma non è né irripetibile né esclusiva. Giacomo Casanova era un teorico della quantità, e non gli importava niente che la donna di turno fosse bella o intelligente, bruttina o modesta, perché intendeva quest'atto come una vitalistica dispersione di talento; e lo stesso si può dire per Sante Cazzonius protagonista de La città delle donne di Federico Fellini che collezionava suoni di orgasmi femminili in un particolarissimo cenotafio, essendosi da tempo dimenticato le facce.

Tu stessa hai ceduto alle mie parole, così sapienti e melliflue, quando ti raccontavo di John Fante e della figura del padre - non l'ultimo libro, ma grande letteratura - o ti parlavo di film, ti invitavo a mostre, ti spingevo persino a venire ai concerti indie rock, nonostante tu, formata sulla musica classica, non riesca proprio a capirla. È che quando ci siamo incontrati i telefonini non avevano che due funzioni, poi sono diventati perfetto surrogato del rapporto di coppia, con le foto sui social network che forse servono a diventare oggetto di un desiderio masturbatorio per altri che non sono io, o al massimo da condividere con le amiche. Già, metti insieme tre donne e otterrai immediato l'effetto Baccanti (si tratta di Euripide, ma forse non lo sanno). Non ho mai visto nulla di più stupido e inutile di una serata per sole donne, con l'unico neurone che viaggia di testa in testa.

Il seduttore è innamorato delle proprie parole, dei propri gesti, dei completi su misura. Per questo ho scelto di scrivere, fumare il sigaro e alternare, inguaribile snob, abiti di taglio impeccabile a Tshirt stampate, perché appena qualcuno è pronto a classificarti tu sei già da un'altra parte. Ma queste cose le puoi condividere solo con un tipo particolare di donna, e questa donna sei tu: ricordi le nostre passeggiate in centro città a polverizzare la carta di credito nei negozi, pur sapendo di non avere pagato la rata del condominio? Se non fossi stato futile ed effimero ti saresti dovuta accontentare dei regali alle feste comandate, Natale e compleanno nel segno della moderazione causa crisi economica.

E poi c'è il sesso, che per me è letteratura e magari anche pornografia, mentre baci, carezze, coccole non fanno parte del mio repertorio. Dici di essere delusa, forse hai valutato la prestazione in termini troppo sentimentali non assecondando una fantasia ammetto morbosetta e maschilista. Dici che la passione è un'altra cosa e ammanti il tuo discorso di frasi fatte che piacciono tanto alle donne, di accesso al corpo attraverso baci e carezze. E forse hai ragione, ma perché pretendere dal maschio un comportamento così femmineo e innaturale? A noi le storie di donna non interessano e trovo vomitevoli quegli uomini che, facendo finta di essere colpiti dal tuo privato, non vogliono far altro che portarti a letto. Mago con le parole e puffo alla resa dei conti? Può essere, sennò non avrei scritto libri, non sarei il professore avvolgente e capace, l'oratore brillante e spiritoso, l'articolista di un giornale di destra - i tuoi prossimi uomini al massimo saranno lettori di quelli di sinistra, il mio talento non lo ritroverai facilmente - il cui pensiero mi rappresenta appieno.

Tu vuoi essere leader nel privato, io nella vita. E per questo commetto tanti passi falsi, perché rischio più di te. Come ogni volta che mi è nato un figlio, ciò che amo di più al mondo: sai cosa c'era dietro la gioia? La paura di non farcela e la voglia di scappare, pur sapendo che sarei rimasto come sempre al mio posto.

Ti dirò di più: se fossi una donna mi innamorerei di me stesso, per la mia propensione a rendere la vita più imprevedibile e meno noiosa di quello che è. Non potrei resistere al mio fascino, anche se tu sei più giovane e più bella di me e hai ben altre carte da giocarti. Accettando le meschinità, i tradimenti, le ansie, le paure, le insicurezze, il sesso troppo meccanico, il disinteresse per l'altro. Lontano dalla realtà, è vero, ma io da piccolo sognavo una biblioteca come quella del Principe di Salina nel Gattopardo e non l'enciclopedia pagata a rate dei tinelli piccoloborghesi. Dio sa quanto ho sofferto per questo, non intendo più passare di lì.

Ma sono le differenze che mi tengono sveglio, l'istinto, l'odore e il tuo è buono e carnale, unico e irripetibile. Per tutti gli uomini esiste una sola donna, anche se potrà incontrarne delle altre. E quella donna sei tu, anche dopo la tua lettera d'addio così rancorosa e rattristante.

E poi io le lettere in privato non le scrivo - sono articoli non pagati direbbe un mio buon amico, dunque perché sforzarsi. Preferisco usare il mezzo stampa. Così lo sapranno tutti che ti amo, almeno quelli che leggono Il Giornale .

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