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Migranti, gli sbarchi crollano ma nel Def aumentano i costi

In 10 mesi arrivati quasi 105mila migranti in meno sulle coste italiane. Ma aumenta la spesa: da 4,3 miliardi nel 2017 a 5 miliardi nel 2018

Migranti, gli sbarchi crollano ma nel Def aumentano i costi

I dati che arrivano dal Viminale sono positivi. Negli ultimi dieci mesi è di quasi 105mila persone il saldo negativo in termini di arrivi di immigrati. I dati che arrivano dal ministero dell'Economia, però, non sono altrettanto buoni. Il Documento di Economia e Finanza (Def) ha, infatti, certificato che, nonostante sia crollato il numero degli stranieri che sbarcano sulle nostre coste, continua ad aumentare la spesa per far fronte alle operazioni di soccorso, all'assistenza sanitaria, all'accoglienza e all'istruzione.

I dati pubblicati dal Viminale lo scorso 20 aprile parlano di 43.166 immigrati sbarcati tra il primo luglio 2017 e oggi, contro i 147.942 registrati nello stesso periodo dell'anno scorso. Si tratta di una vera e propria inversione di tendenza dovuta alla strategia messa in campo dal ministro dell'Interno Marco Minniti attraverso una serie di contatti e intese con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo dopo il boom di sbarchi di clandestini registrato sulle coste italiane nei primi sei mesi del 2017. Nonostante il dato positivo pubblicato dal Viminale, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che oggi ha presentato una prima bozza del Def, ha già messo in chiaro che "la spesa per le operazioni di soccorso, assistenza sanitaria, accoglienza e istruzione" (al netto dei contributi dell'Uinione europea) è destinata a crescere rispetto all'anno scorso quando erano stati spesi 4,3 miliardi nel 2017, pari allo 0,25% del Pil. "Si tratta di un valore leggermente superiore allo scenario di base annunciato nel Documento di Economia e Finanza lo scorso aprile - si legge nella bozza - e che verifica, quindi, la valutazione della flessibilità accordata ex-ante".

Considerando una perdurante capacità nel frenare gli arrivi, il governo guidato dal premier Paolo Gentiloni ha previsto di spendere nel 2018 tra i 4,6 e i 5 miliardi di euro che, anche al netto dei contributi dell'UE, determina un incremento tra lo 0,02 e lo 0,04 per cento del pil rispetto alla spesa del 2017. Nonostante il rallentamento dei flussi, stando al report dell'esecuitivo, le presenze nelle strutture hanno visto un andamento crescente. Si è, infatti, passati dai 176mila immigrati attestati a fine 2016 agli oltre 183mila a fine 2017, con picchi fino a oltre 193mila a settembre 2017. "La maggior parte dei rifugiati è ospitata in strutture provvisorie, poiché i servizi convenzionali a livello centrale e locale hanno capienza limitata - si legge ancora nel Def - sono state emanate specifiche disposizioni normative per affiancare l'intervento emergenziale con procedure più snelle e rafforzare il sistema di seconda accoglienza volto all'integrazione".

Nel Def il governo ha tenuto in considerazione anche il numero "significativo" di minori non accompagnati ("circa 25mila nel 2016 e oltre 15mila nel 2017") e l'aumento dei richiedenti asilo ("123 mila persone nel 2016 e circa 130mila nel 2017").

"Nel confronto con gli altri paesi europei - conclude, quindi, la bozza - l'Italia risulta nel 2017 il secondo paese dopo la Germania per le prime richiese di asilo e per le richieste in sospeso".

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