«Milano modello vincente L'alleanza non traballerà»

L'azzurra: «Avrei preferito un centrodestra unito anche a Roma. Con la Lega continueremo a governare al Nord»

Francesco Cramer

Roma Mariastella Gelmini, dica la verità: lei avrebbe preferito la convergenza su Giorgia Meloni.

«No. Io avrei preferito un centrodestra unito. Così come lo avrebbe preferito Berlusconi».

Sì ma in ufficio di presidenza vi siete divisi tra chi voleva Marchini e chi Meloni: asse del nord e pattuglia romana.

«In gioco c'erano da un lato l'unità del centrodestra ma anche la vocazione di Forza Italia come partito moderato e riformista. Berlusconi ha scelto di rigenerare il centrodestra partendo da Forza Italia».

È una buona scelta quella di Marchini?

«Sì. Una scelta di qualità che consentirà a Forza Italia di andare al ballottaggio e di avere chances di vittoria come a Milano».

È quello il modello ideale?

«Certo: un candidato della società civile e moderato come Parisi e appoggiato da tutto il centrodestra».

A roma, però, c'è solo il candidato ma non l'unità della coalizione.

«Per ora: confido che al secondo turno si possa tutti convergere su Marchini che penso e spero arrivi al ballottaggio».

La scelta di appoggiare Marchini sembra però mettere in seria discussione l'alleanza con la Lega e Fratelli d'Italia.

«Ecco: l'alleanza non deve essere messa in discussione. Ne sono convinta io e n'è convinto pure Berlusconi. Infatti continuiamo a governare insieme in Liguria, Lombardia, Veneto e altre realtà con ottimi risultati».

Non è iniziato un nuovo percorso di Forza Italia che guarda più al centro e meno a destra?

«Non mi appassiona questo tipo di geometria politica. Forza Italia è il baricentro della coalizione e uscirà rafforzata dalle amministrative solo se saprà riportare al voto gli elettori che si sono rifugiati nell'astensione e se svolgerà la sua funzione di partito moderato e riformista».

Voi e la Lega: diversi ma ancora insieme?

«Insieme con ruoli diversi: Forza Italia non deve scimmiottare il Carroccio ma rimarcare il proprio ruolo di partito liberale all'interno dell'alleanza».

Dagli alleati, furibondi, è però partita l'accusa: Berlusconi vuole consolidare Renzi. È vero?

«Assolutamente no. Non c'è alcun accordo con il Pd e non ci sarà mai. Siamo alternativi a Renzi e Berlusconi ha saldamente ancorato il partito nella metà campo del centrodestra».

Nessun patto del Nazareno all'orizzonte?

«No. Con tutte le forze dico no. E lo dice anche Berlusconi».

Se la destra accusa, però, i centristi esultano. Che effetto le fanno gli applausi dei Casini, degli Alfano, dei Verdini?

«Non mi fanno alcun effetto. Non mi interessano. Noi abbiamo una grande responsabilità: non tanto conquistare Roma o Milano ma prenderci cura di queste e altre città. Invece del bla bla di palazzo parliamo di tasse, di negozi che chiudono, di lavoro, di immigrazione».

Come giudica il passo indietro di Bertolaso?

«Bertolaso ha dimostrato ancora una volta di avere a cuore il futuro della sua città e del centrodestra più di quello personale».

Il futuro di mister Emergenze?

«Non lo so; ma penso e spero che la sua competenza rimarrà a disposizione della città. La sua figura sarà senz'altro preziosa per Roma».

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