L'atmosfera sembra quella di una storia seicentesca. Un racconto manzoniano, tipo Promessi Sposi. Al posto di Renzo e Lucia, ci sono Renzi e Lorenzini. Al posto dell'Azzeccagarbugli e di don Rodrigo ci sono Tiziano e Carlo Russo. Invece di quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, c'è quel ramo di Rignano sull'Arno che volge a Consip.
Questo tristissimo paesino di 8mila anime, disperso nella campagna Toscana, a causa dei Renzi che mettono zizzania tra i cittadini, è diventato uno dei luoghi più litigiosi d'Italia. L'attuale sindaco, Daniele Lorenzini, eletto col Pd e poi uscitone sbattendo l'uscio, è stato querelato dai dem locali, il cui segretario è Tiziano Renzi, autosospeso dopo la sua iscrizione nel registro degli indagati. Lorenzini, che il prossimo 11 giugno si ricandida con una lista indipendente, «Insieme per Rignano», ha denunciato ai carabinieri che un cittadino, candidato al consiglio comunale, gli ha confessato all'interno del comune, di aver ricevuto minacce via sms e per telefono, per non candidarsi nella lista di Lorenzini. «Quel cittadino ha deciso poi di non candidarsi nella mia lista».
Il Pd di Rignano risponde al fuoco con un'altra querela per diffamazione, calunnia «e tutti gli altri eventuali reati che l'autorità giudiziaria dovesse ravvisare». In questo romanzo della Toscana del Seicento gli ingredienti manzoniani ci sono tutti: spunta pure l'incontro coi bravi e la minaccia di don Rodrigo. E come nei Promessi Sposi anche a Rignano sull'Arno, quattro secoli dopo, va in scena la notte degli imbrogli e dei sotterfugi. «Carlo Russo io non l'ho mai conosciuto» e «il Pd sta facendo la sua campagna elettorale solo cercando di screditare me», attacca Lorenzini. Che non nomina mai, l'Innominato (Tiziano Renzi). Respinge le accuse di Roberto Bargilli, detto Billy, assessore nella sua giunta ed ex autista del camper di Matteo Renzi, che accusa Lorenzini di aver preso soldi da Carlo Russo (l'imprenditore di Scandicci indagato e amico di Tiziano) per la sua campagna alle Regionali. «Ho ricevuto un contributo di 10mila euro per quella campagna stornate dal Pd nazionale tramite un'azienda, la Securtrak». Lorenzini mostra la fattura di 10.
400 euro, soldi andati alla «Eventi6» la società di marketing dei Renzi che ieri ha querelato il consigliere regionale toscano di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli, per aver osato mettere il becco nella faccenda rignanese.Ora non resta altro che sperare nella Provvidenza.
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