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Minacce di morte al sindaco che ha detto no alla moschea

Di Stefano, 40 anni, si è anche rifiutato di pagare le spese funebri per la salma di Anis Amri, il killer di Berlino

Minacce di morte al sindaco  che ha detto no alla moschea

Milano - Una lettera di minacce pesanti. Destinatario il sindaco di Sesto San Giovanni (Milano) Roberto Di Stefano, che ha denunciato tutto alle forze dell'ordine ieri mattina. La busta è stata inviata per posta ordinaria in Comune e nonostante la comprensibile riservatezza si sa che l'intimidazione è stata doverosamente presa sul serio, tanto che in municipio è stata rafforzata la sicurezza. «Non posso rivelare le frasi esatte contenute per non intralciare le indagini» - ha spiegato il primo cittadino - ma «le minacce possono essere sicuramente definite forti».

Il sindaco di Sesto, 40 anni appena compiuti, è un esponente di Forza Italia ed è stato eletto a giugno. Ieri ha reso noto l'accaduto parlando di «messaggi molto minacciosi e offensivi nei miei confronti». Si è detto «dispiaciuto ma non preoccupato» e ha garantito: «Non mi farò certo intimidire da atti vili come questi». Ora, in base ai risultati delle analisi (comprese le impronte digitali) potrebbe essere messo sotto scorta: «Allo stato attuale - ha precisato - è stato disposto un presidio con due agenti fuori dal mio ufficio».

Nessuna firma nella lettera, nessuna rivendicazione. «Ritengo, però, palese il fatto che dietro ci siano alcuni provvedimenti che ho assunto dal momento in cui sono stato eletto», ha commentato Di Stefano, riferendosi evidentemente alle scelte che lo hanno maggiormente esposto. Di Stefano è stato eletto alle ultime Comunali con un risultato storico (Sesto era tradizionalmente orientata a sinistra). Da subito ha assunto posizioni molto ferme. Ha voluto per strada le pattuglie miste soldati-forze dell'ordine e ha rifiutato di pagare le spese funebri per il killer di Berlino Anis Amri, la cui salma è stata a lungo conservata nell'obitorio civico di Milano dopo la sparatoria alla stazione di Sesto. Grande clamore ha suscitato poi la scelta di bloccare il progetto della grande moschea. E ha fatto discutere il diniego del Palazzetto dello sport cittadino alla Festa islamica del sacrificio (per mancato preavviso). «In queste ultime settimane - ha detto il sindaco - sono stato esposto mediaticamente su determinate vicende; ci sono state molte polemiche e probabilmente tutto ciò è conseguenza del mio lavoro». Anche perché - ha aggiunto - «cose del genere non mi erano mai capitate prima». Di Stefano si è detto tranquillo e ha garantito: «Io vado avanti sulla mia linea e non mi faccio impressionare da vigliaccate come questa». Anzi - ha assicurato - «continuerò a lavorare, più convinto di prima che la strada intrapresa è quella giusta». Al sindaco azzurro sono pervenuti moltissimi messaggi. Solidarietà è subito arrivata da Mariastella Gelmini, segretaria regionale di Forza Italia e vice capogruppo alla Camera, secondo la quale si tratta di «un atto grave che richiede molta attenzione e una forte vicinanza». «L'Amministrazione comunale di centrodestra - ha detto Gelmini- sta facendo un buon lavoro nell'interesse dei sestesi e della loro sicurezza.

Sono certa che questo atto intimidatorio non fermerà l'impegno della giunta». E la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, di Di Stefano ha scritto: «L'ho conosciuto personalmente e sono certa che proseguirà con determinazione l'ottimo lavoro iniziato in questi primi due mesi del mandato».

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