Via alla missione anti scafisti Ma è un altro bluff della Ue

L'operazione dovrebbe distruggere i barconi usati dai trafficanti. Ma senza l'ok dell'Onu è tutto inutile. Un funzionario Ue: "Nella prima fase accoglieremo solo un gran numero di migranti"

Via alla missione anti scafisti Ma è un altro bluff della Ue

Via libera alla prima fase della missione navale nel Mediterraneo contro i trafficanti di esseri umani che tentato di arrivare in Europa. La missione EUNavfor Med, il cui quartier generale sarà a Roma, vuole agire contro il traffico degli immigrati e, nella prima fase, consisterà nello scambio di informazioni e in una vigilanza rafforzata e il pattugliamento in alto mare per individuare i trafficanti. In realtà, la missione, più che fermare i flussi, altro non farà che andare avanti a raccogliere clandestini e disperati nel Mediterraneo per portarli in Italia. "Ci prendono in giro in tutta Europa - commenta il leader della Lega Nord, Matteo Salvini - siamo lo zimbello d’Europa, non voglio far questa figura".

Le prime navi, sottomarini, aerei e droni saranno dispiegati nel giro di una settimana. L’operazione dovrebbe consentire, a un certo punto, di distruggere i barconi utilizzati dai trafficanti sulle coste libiche, e soprattutto le barche che vengono utilizzate per trascinare le "carrette del mare al largo". In realtà, in assenza di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza che autorizzi l’uso della forza nelle acque territoriali libiche, in questa prima fase la missione sarà piuttosto limitata. La portaerei italiana "Cavour" sarà la nave ammiraglia dell’operazione navale EuNavFor che inizialmente avrà a disposizione cinque navi militari, due sottomarini, tre aerei da ricognizione, due droni e tre elicotteri. "Nella prima fase dell’operazione - spiega un alto funzionario della Difesa europea - la portaerei servirà da piattaforma di comando e le sue dimensioni consentiranno di accogliere un gran numero di migranti dopo il loro salvataggio". In tutto, circa un migliaio di persone è già mobilitato per l’operazione, che in questa prima fase sarà soprattutto di intelligence e salvataggio delle persone ed opererà nelle acque internazionali. "Nelle prime settimane - continua la fonte - si tratterà soprattutto di formare tutte queste persone agli obiettivi della missione, con preparazione specifica sui diritti umani".

La missione navale sarà, dunque, operativa a partire dalla prima settimana di luglio ma bisognerà attendere il 20, quando i ministri degli Esteri torneranno a riunirsi in Consiglio, perché il comandante Enrico Credendino presenti ai Ventotto i primi elementi sull’avvio dell’operazione. In quella occasione, secondo quanto ha riferito un responsabile della Difesa europea, si potrà valutare una possibile evoluzione della missione, a quel punto "pienamente operativa" per quanto riguarda la prima fase di intelligence, e a prendere in considerazione il passaggio alla seconda fase più attiva. Ma per questo servirà il sostegno dell’Onu o almeno un accordo della Libia. Il numero due dell’Autorità anti-immigrazione della Libia, Mohamed Abu Breida, ha già messo in chiaro che colpire barconi in acque libiche sarebbe una "flagrante violazione della sovranità libica". "Le autorità libiche stanno facendo quello che possono per far fronte ai flussi migratori - ha tuonato - i Paesi dell’Ue devono coordinarsi con la Libia".

L’azione della missione, ha ammesso il funzionario, avviene "in un contesto complesso" in cui si sono già verificati attacchi a navi europee e questo rende impossibile escludere che ci possano essere "effetti collaterali" durante le operazioni di salvataggio che verranno condotte. "Nella prima fase non entreremo nelle acque libiche - osserva - ma siamo preparati per qualunque evento.

Per ora il focus è sulla preparazione del personale impiegato, le prime settimane saranno dedicate a questo e poi, progressivamente, ci sarà una maggiore interazione con Europol e Frontex ma per ora non abbiamo il mandato di procedere verso la seconda fase: ne riparleranno i ministri fra un mese".

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