Mistero Bannon, "l'amerikano" che appare nei momenti clou

Il guru Usa punta sui gialloverdi per una «rivoluzione sovranista in Europa». L'incontro segreto con Di Maio

Mistero Bannon, "l'amerikano" che appare nei momenti clou

Ultimamente in Italia quando il gioco si fa duro compare Steve Bannon. L'ex stratega di Donald Trump, considerato ideologo della nuova destra americana, è molto interessato alla nuova Italia gialloverde di Salvini-Di Maio (e in subordine anche della Meloni), Paese che per lui rappresenta «il cuore pulsante della politica moderna» e il motore dell'imminente «rivolta populista» in tutta Europa. Bannon si sta muovendo per le elezioni Europee del 2019, in vista delle quali ha lanciato «The Movement», la rete nazionalista il cui obiettivo è appunto conquistare l'Europarlamento. Partendo dai leader sovranisti italiani, che in più occasioni ha incontrato. L'ultimo faccia a faccia, dopo quello con la Meloni ad Atreju, la festa di Fdi, è stato con Luigi Di Maio, a Roma, un incontro giudicato «costruttivo» secondo l'indiscrezione del sito Politico.eu.

Bannon è planato in Italia nel momento di massima tensione sui conti pubblici in attesa dei punti chiave del Def, con il braccio di ferro tra spinta «espansiva» al deficit di Lega e M5s e vincoli europei (Ue, Tria, Draghi, Mattarella). Uno scontro che secondo Bannon attraversa tutto l'Occidente, diviso tra i «forgotten men che lavorano come criceti ma non accumulano mai ricchezza, e se saltano due stipendi rischiano di finire sul lastrico» e «le élite», o «partito di Davos, di Bruxelles, di Washington». Una narrazione molto vicina a quella del governo M5s-Lega.

E proprio nei giorni incandescenti in cui Salvini e Di Maio provavano ad accordarsi sul contratto di governo da cui sarebbe nato l'esecutivo Conte, Bannon era in Italia. Quando Mattarella bloccò la nomina di Savona al Tesoro, incaricò Cottarelli, e i M5s minacciarono l'impeachment, il guru Usa era a Roma ad osservare da vicino gli eventi, commentandoli così: «Quel che succede in Italia in queste ore è disgustoso, fascista e antidemocratico. Poteri, capitali e media stranieri hanno preso la sovranità dell'Italia». Va riconosciuto a Bannon un notevole fiuto politico, perché alla vigilia delle elezioni politiche italiane aveva annusato un clima simile a quello che negli Usa aveva portato alla vittoria di Trump, previsione avveratasi. E subito dopo il voto italiano, Bannon aveva auspicato il nuovo asse che si sarebbe formato effettivamente di lì a poco.

«Il mio sogno è veder governare assieme Lega e M5S, espressioni diverse dello stesso fenomeno» spiegò, aggiungendo la personale preferenza per Salvini «perché rappresenta il Nord, ovvero tre quarti del Pil nazionale, mentre Di Maio propone il reddito di cittadinanza, una versione dell'economia sussidiata, che manderà in fallimento le casse pubbliche in meno di due anni. La realtà è che Di Maio guarda a sinistra, vuole essere come Obama e Macron e cerca per questo l'intesa col Pd, mentre Salvini sta con il popolo, ha un cuore, essendo stato comunista, e pensa solo a combattere libero commercio e migranti».

La sua previsione per il futuro è apocalittica. «Vedo arrivare una crisi finanziaria molto peggiore di quella del 2008, quel che dico agli italiani è che è tempo di riportare il potere nelle mani del popolo» ha detto Bannon intervistato da RaiTre.

L'attivismo di Steve Bannon e i contatti col leader della Lega, che ha aderito alla fondazione «The Movement», hanno infastidito Forza Italia, già in tensione con Salvini per l'alleanza di governo con Di Maio.

Il vicepresidente azzurro Antonio Tajani, che è anche presidente del Parlamento Ue, quindi agli antipodi di Bannon, lo ha invitato a «stare tranquillamente a casa sua, non abbiamo bisogno di interferenze americane». Espone ulteriormente il concetto Giorgio Mulè: «Noi di Forza Italia abbiamo idee chiare e condottieri chiari, non abbiamo bisogno di illuminarci guardando ad una figura come Bannon».

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