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Mogli e fratelli sotto inchiesta. La nuova parentopoli grillina

Dalle firme false di Palermo alle nomine in Campidoglio, i problemi giudiziari per M5S sono affari di famiglia

Mogli e fratelli sotto inchiesta. La nuova parentopoli grillina

Non un partito ma un movimento, anzi una grande famiglia. Nel senso proprio di parenti. Se agli albori del M5S la presenza di mogli, mariti, amanti, sorelle, cugini, nipoti era considerata un elemento folkloristico, adesso che il movimento Cinque stelle elegge parlamentari, consiglieri regionali e governa pure città importanti (da Roma a Torino) la parentopoli Cinque stelle inciampa facilmente nel codice penale. Tra i grillini sotto indagine per le firme false, ad esempio, c'è la deputata Claudia Mannino, in dolce compagnia del marito Pietro Salvino, attivista M5s, anche lui indagato.

Ma nel pasticcio (giudiziario) delle firme false ci sono altre liaison famigliari. A raccogliere le sottoscrizioni fittizie a Palermo per le amministrative 2012, come hanno svelato le Iene, c'era anche Loredana Lupo, all'epoca militante e oggi deputata grillina, insieme al marito Riccardo Ricciardi. E chi troviamo tra i candidati alle «Comunarie» pentastellate per le prossime amministrative a Palermo? Proprio lui, Ricciardi, il marito della deputata Lupo. Non è una novità, specie in Sicilia. A Ragusa, altro Comune grillino, si è dovuta dimettere l'assessore alla Cultura Stefania Campo (M5s), dopo che si è scoperto che suo marito era stato assunto in una cooperativa che gestisce dell'acqua per conto del comune di Ragusa amministrato dalla moglie (che però smentisce ogni interessamento sul contratto).

Problemi famigliari anche al Campidoglio, come non ne avesse già. La sindaca Raggi ha scelto nel delicato ruolo di capo del Personale del Comune di Roma (parliamo di 24mila dipendenti, più altrettanti nelle municipalizzate: un esercito) il fedelissimo Raffaele Marra. Nel frattempo nel Dipartimento Promozione turistica del Campidoglio veniva promosso, con aumento di stipendio, il dipendente comunale Renato Marra, non un omonimo ma proprio il fratello del direttore del personale in quota M5S Raffaele Marra. Entrambe le nomine sono ora sul tavolo di Raffaele Cantone, all'Anticorruzione, una brutta notizia per il «partito dell'onestà». Sempre a Roma, la signora Giovanna Tadonio, moglie di Marcello De Vito presidente del Consiglio comunale (e protegé della deputata romana Roberta Lombardi), è stata scelta dalla presidente (grillina) del III municipio come assessore di zona con la delega alla Sicurezza e alla Polizia Municipale. Mentre alle Politiche sociali della mini-giunta del VII Municipio della capitale troviamo Veronica Mammì, fidanzata del consigliere comunale grillino Enrico Stefàno, vicepresidente dell'assemblea capitolina. Poi c'è il direttorio romano del M5s, dov'è entrato Stefano Vignaroli, il quale oltre ad essere un deputato è anche il compagno della senatrice pasdaran Paola Taverna. E i legami famigliari o sentimentali dei Cinque stelle si moltiplicano nelle varie diramazioni del Campidoglio. Parentele senza complicazioni giudiziarie, almeno per ora.

Una prassi consolidata nel Movimento. «Si scelgono le persone di cui ci si fida» fu la risposta della senatrice Barbara Lezzi alla contestazione di aver assunto come portaborse la figlia del suo fidanzata. Stessa replica di altri innumerevoli casi di incroci parentali tra i grillini. Eppure i vertici M5s, di solito implacabili, su questo lasciano correre. In effetti Davide Casaleggio, nuovo co-leader, è il figlio di Gianroberto, mentre tra i titolari - per statuto - dell'associazione M5s c'è l'avvocato Enrico Grillo.

Omonimo? No, nipote.

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