Politica

Morto Valerio Zanone, ex segretario del Partito liberale italiano

Più volte ministro nella Prima Repubblica, sulla sua lapide ha scelto di essere ricordato con una sola parola: liberale

(ComuneTorino.it)
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Tra pochi giorni avrebbe compiuto 80 anni. Valerio Zanone, ex ministro e segretario del Partito liberale italiano, è morto nella sua casa di Roma, a causa di una malattia che lo aveva colpito un anno fa. Per dieci anni (dal 1976 al 1985) aveva guidato il Pli e più volte era stato ministro (nella Prima Repubblica). Tra il 1990 e il 1991 era stato anche sindaco di Torino. Dopo la fine della Prima Repubblica mai militò con il centrodestra. Liberale della tradizione piemontese, da sempre legato a Cavour a Einaudi, aveva dedicato il suo impegno all’ideale liberale, cercando di promuoverla anche in ambito culturale oltre che politico. Amava essere ricordato come "liberale democratico, laico, europeista, sociale". Ha chiesto di essere ricordato sulla lapide al cimitero monumentale di Torino con una sola parola: liberale.

Nato a Torino il 22 gennaio 1936, laureato in Filosofia, nella metà degli anni Sessanta contestò la leadership di Malagodi, criticando la concezione elitaria del liberalismo. Si dedicò alla politica attiva prima come consigliere regionale (dal 1970) e in seguito come parlamentare. Entrò per la prima volta alla Camera nel 1976, venendo rieletto ininterrottamente fino al 1992. Nel primo governo Craxi fu ministro dell'Ecologia (1983-1986), poi si spostò all'Industria nel secondo governo del segretario socialista (1986-1987). Nei successivi governi Goria e De Mita ricoprì l'incarico di ministro della Difesa (1987-1989), affrontando, tra l'altro, la prima missione italiana nel Golfo Persico.

Nel novembre 1992 ammise la sua iscrizione alla massoneria e visse gli anni del declino politico legato al crollo della Prima Repubblica, legato anche al coinvolgimento del suo partito in alcuni scandali legati al finanziamento illecito dei partiti (tra cui lo scandalo Enimont, in cui fu coinvolto il suo delfino, Renato Altissimo). Nel 1993 si dimise da presidente del Pli e si riaffacciò alla politica attiva nel 1994, dando vita all'Unione Liberaldemocratica, alleandosi con Mario Segni. Nel 1995 fu tra i fondatori della Federazione dei Liberali e prese poi parte alla creazione dell'Ulivo, il cartello di centrosinistra nato a sostegno di Romano Prodi. Nel 2001 entrò a far parte della Margherita, pur rimanendo nella Federazione dei Liberali.

Dopo dodici anni di assenza tornò in parlamento nel 2006, eletto al Senato nelle liste della Margherita.

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