Mosca reagisce attaccando: "È caccia alle streghe, Obama toccato al cervello"

Il Cremlino nega qualsiasi coinvolgimento negli attacchi alle elelzioni presidenziali Usa

Mosca reagisce attaccando: "È caccia alle streghe, Obama toccato al cervello"

La reazione di Mosca alle dure parole di Barack Obama sulla presunta responsabilità personale di Vladimir Putin negli hackeraggi per condizionare le presidenziali americane è a due voci: una aggressiva e altrettanto dura, in perfetto stile guerra fredda, l'altra più meditata. Entrambe le versioni, comunque, negano con decisione qualsiasi responsabilità del Cremlino.

«Mi sembra che gli hacker russi, se hanno violato qualcosa in America, sono due cose: il cervello di Barack Obama e naturalmente il rapporto stesso sugli hacker russi». Autrice del testo che dà esplicitamente del matto al presidente uscente degli Stati Uniti è Maria Zakharova, fonte che più ufficiale non si potrebbe dal momento che è la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca.

Quasi a compensare tanta foga, il portavoce ufficiale del Cremlino, Dmitry Peskov, sceglie invece toni più riflessivi per dire in sostanza cose simili. Mosca, ha detto Peskov, è stanca di ricevere queste «accuse totalmente infondate», come a suo avviso dimostra il contenuto del rapporto pubblicato dai servizi segreti americani, nel quale non vi sarebbe «niente di sostanzioso da commentare, nulla che meriti di essere letto in modo dettagliato. La parte pubblicata non suscita nient'altro che delusione».

Peskov non perde l'occasione per attribuire all'amministrazione uscente di Obama un atteggiamento superficiale e prevenuto nei confronti della Russia, ammiccando abilmente verso quella di Donald Trump ormai in arrivo. Ad avviso del portavoce di Putin, le accuse «di livello dilettantistico ed emotivo» portate da Washington sono tipiche di «una caccia alle streghe, in cui «i colleghi americani» sono già passati «in diverse fasi della loro storia». «Ricordiamo tali periodi storici, sappiamo che poi vengono seguiti da approcci più sobri, da specialisti più sobri, orientati comunque verso il dialogo, piuttosto che verso crisi emozionali». Peskov si dimostra comunque prudente nei confronti di Trump, osservando che il presidente eletto «non ha ancora fatto una dichiarazione non ambigua su questo tema».

Il portavoce del Cremlino ha aggiunto che l'atteso incontro tra Putin e Trump «sarà organizzato attentamente, tenendo conto del fatto che si tratta di contatti che avverranno dopo una fase di deterioramento dei rapporti».

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