Movida in ordine sparso: ora Milano vieta l'asporto

Sala: dalle 19 consumazioni nei locali. De Magistris: esercizi aperti 24 ore. Appendino: decido il 2 giugno

Movida in ordine sparso: ora Milano vieta l'asporto

«Questo weekend non è stato sereno, non possiamo permettercene un altro simili». Nel videomessaggio su Facebook alle dieci del mattino il sindaco Beppe Sala ha indorato la pillola al popolo degli aperitivi. E al termine del tavolo convocato nel pomeriggio in prefettura con i vertici delle forze dell'ordine ha comunicato la stretta: da questa sera, «stop agli alcolici e superalcolici d'asporto in tutta la città dopo le 19», niente zone rosse con ingressi contingentati o chiusura anticipata dei locali ma «sanzioneremo il consumo in piedi, se non in un luogo dedicato e definito e prospiciente al bar». Sala ha deciso con il prefetto Renato Saccone e il questore Sergio Bracco di «non porre limiti temporali per non penalizzare ulteriormente gli esercizi e perchè valutiamo che potrebbe essere anche peggio, si chiude prima il bar e le persone rimangono comunque davanti a fare ressa». Nel mirino anche «i negozietti di prossimità», multa se venderanno alcolici dopo le 19, oggi le regole saranno definite con un'ordinanza che avrà effetto immediato e «senza scadenza, anche noi stiamo cercando di prendere le misure di provvedimenti che sono nuovi. Testiamo sul campo, vedremo cosa succederà soprattutto nel weekend - puntualizza - e lunedì prossimo ci rivedremo per fare il punto, mi auguro non ci sia bisogno di fare niente di più restrittivo». Da venerdì a domenica sono girate immagini di assembramenti nelle vie clou della movida milanese, dall'asse tra corso Como e Garibaldi ai Navigli alla zona di Porta Venezia. «Non mi va di avere atteggiamenti da sceriffo - sottolinea Sala - ma noi sindaci abbiamo una pressione enorme da parte di una larga parte della popolazione che si lamenta, manda immagini, cerchiamo di bilanciare le cose. Ma non vogliamo prendere misure troppo drastiche nei confronti dei gestori che già sono in forte crisi». Il questore coordinerà polizia, carabinieri, Gdf e vigili in modo da non lasciare mai scoperte le aree più critiche.

É guerra al «drink selvaggio». Il prefetto di Cremona Vito Danilo Gagliardi avverte che potrebbero scattare denunce «sulla mala movida, sto cercando gli appigli normativi per incidere, per lasciare il segno, per marchiare. A questo punto bisogna colpire non più uno ma tanti per cercare di educarli tutti». A Torino dovrebbero essere confermati gli orari di chiusura dei locali all'una di notte e dell'asporto di alcolici alle 19, per la sindaca Chiara Appendino il primo test è stato «a luci e ombre, ma la stragrande maggioranza dei torinesi è stata responsabile», solo dopo il 2 giugno però deciderà se allungare gli orari. A Perugia il sindaco Andrea Romizi ha imposto la chiusura dei pubblici esercizi alle 21 il venerdì, nei festivi e prefestivi, e il centro storico è ripiombato ai tempi del lockdown, con piazze semideserte e poca gente in giro.

A Brescia dopo che venerdì scorso un vigili è finito persino all'ospedale con prognosi di 15 giorni perchè cercava di allontanare giovani dalla centralissima piazza della Loggia strapiena, il fine settimana i locali hanno chiuso alle 21.30, oggi il sindaco Emilio Del Bono deciderà come procedere. In Campania i bar devono chiudere tassativamente alle 23 su ordinanza del governatore Vincenzo De Luca ma il sindaco di Napoli Luigi De Magistris si ribella.

Ha annunciato «una serie di delibere» che di segno opposto, che superinp i vincoli della Regione e concedano spazi gratuiti all'aperto per tavolini e sedie: « Ristoranti, locali, negozi, parchi, servizi: tutti potranno restare aperti ininterrottamente giorno e notte» secondo De Magistris. Sempre che non arrivino gli ormai celebri «lanciafiamme» di De Luca a spegnere la voglia di un drink sul lungomare di Margellina.

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