Napoli è con Noemi: la camorra fa schifo

Corteo per la piccola, che è ancora grave. Spunta un video dell'agguato letale

Napoli è con Noemi: la camorra fa schifo

Lotta e lotta ancora, mentre Napoli si stringe attorno a lei. Sono ancora «estremamente gravi» le condizioni di Noemi, la bambina di quattro anni ferita da uno sparo esploso venerdì pomeriggio a Napoli (nella foto il fermo immagine del killer ripreso dalle telecamere di sicurezza)), durante un agguato a un pregiudicato nella zona di piazza Nazionale. L'operazione chirurgica per estrarre il proiettile, conficcato nella scapola destra, è riuscita. «Ma la piccola soffre di una grave insufficienza respiratoria derivante dal danno polmonare», ha riferito il personale dell'azienda ospedaliera Santobono, la struttura in cui è ricoverata. La prognosi rimane riservata e la paziente è tenuta in stato di sedazione, collegata al ventilatore meccanico. Gli esami, però, hanno escluso la compromissione del sistema nervoso centrale e periferico. Ieri a sorpresa il presidente della Camera, Roberto Fico, ha incontrato i medici e i familiari della bimba mentre il sindaco, Luigi de Magistris, ha annullato la partecipazione a tutte le iniziative pubbliche «per esprimere in questo modo assoluta vicinanza». Solidarietà anche dalla ministra della Salute, Giulia Grillo, che ha scritto ai genitori di Noemi. Ieri mattina, invece, diverse centinaia di persone, tra cittadini, rappresentanti delle associazioni e istituzioni, si sono incontrate in piazza Nazionale, proprio dove il commando ha colpito anche la nonna della bimba e il pregiudicato 32enne Salvatore Nucaro, vero obiettivo dell'agguato. Alla manifestazione «DisarmiAMO Napoli», organizzata dalla rete «Un popolo in cammino», hanno partecipato anche Maria Luisa Iavarone con il figlio 17enne Arturo, accoltellato da una baby gang in via Foria nel dicembre 2017. «Sono qui a testimoniare tutto il dolore di una madre, so cosa prova la mamma della bambina. Scendere in piazza ha il volto non solo dell'indignazione ma anche del riscatto», ha detto la donna, e l'adolescente ha augurato alla piccola «di non ricordare niente della sparatoria, crescendo, e di non avere danni fisici». Antonio Piccirillo, figlio di un boss, ha chiesto ai ragazzi come lui «di dissociarsi, di costruirsi una vita diversa». «Amate sempre i vostri padri - ha detto - ma dissociatevi dal loro stile di vita, perché sono stili di vita che non pagano, non danno nulla. Se noi figli non faremo passi in avanti nel positivo, rimarremo fossilizzati in questa cultura che non paga, priva di etica e valori. C'è chi pensa che la camorra 50 anni fa era meglio di com'è oggi, ma ha sempre fatto schifo, è sempre stata ignobile, non ha mai pagato. Le persone perbene sono quelle che rispettano gli altri e i camorristi non rispettano nessuno».

Prima di lui ha parlato Manuela, figlia di Palma Scamardella, vittima innocente di camorra uccisa nel 1994 a 35 anni nel quartiere Pianura: «Mia madre - ha ricordato - è stata ammazzata sulle scale della sua casa, perché abitavamo vicino a un affiliato a un clan. Siamo qui perché questa è la nostra Napoli, è questa la Napoli che vogliamo». Le indagini continuano in queste ore per dare un nome a chi ha materialmente premuto il grilletto. Di lui, ora, solo un fermo immagine.

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