A Napoli rubano perfino le elemosine di San Gennaro

Simone Di Meo

Dove fallirono Nino Manfredi e Totò nella pellicola di Dino Risi, son riusciti quattro sacrileghi malviventi. Domenica scorsa, una banda di «prelevatori» ha violato le sacre mura e ha rubato 13mila euro nella Cattedrale di San Gennaro. Quella che custodisce le ampolle del sangue miracoloso che, appena dieci giorni fa, il 19 settembre, era tornato a liquefarsi davanti ai fedeli adoranti.

Sono i soldi raccolti in occasione delle messe, gli oboli donati in occasione della festa del Santo Patrono oltre alle offerte e le elemosine lasciate nelle cassette del Duomo. Sarebbero serviti non solo ad aiutare i meno fortunati ma anche a pagare gli stipendi dei quattro dipendenti della Curia.

Gli ingredienti per un thriller a sfondo religioso ci sono tutti. Oltre alla location, c'è un particolare che ha destato il sospetto del direttore del Museo di San Gennaro, Paolo Iorio. Parla di uno «strano furto» e si dice sorpreso dal fatto che «la cassaforte non sia stata forzata». «In ogni caso ha aggiunto il custode della collezione di argenti e gioielli donati al Patrono di Napoli dal 1305 ad oggi - si tratta di un episodio che non riguarda in specifico il culto di San Gennaro, ma di uno dei furti che si verificano purtroppo sempre più spesso nelle chiese di Napoli come altrove». I carabinieri della compagnia Stella e quelli del nucleo investigativo si son messi subito sulle tracce degli empi mariuoli con la speranza che qualcosa un volto, un profilo, un particolare sia rimasto impresso nelle telecamere a circuito chiuso che si trovano nel luogo di culto. Nei prossimi giorni, passate al setaccio le immagini, si saprà di più.I banditi senza Dio non hanno dovuto faticare più di tanto per impadronirsi del bottino conservato sotto lo sgurdo severo di un quadro del Santo Patrono. Hanno avuto il tempo di rovistare nei locali attigui e, come ha rivelato Repubblica, anche di trafugare alcuni libri antichi. «Sono e molto dispiaciuto ha commentato il marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, componente della Deputazione di San Gennaro che amministra la Cappella del Tesoro del Santo - anche perché quelle elemosine sono distribuite ai poveri»La notizia del raid è stata comunicata lunedì da un sacerdote ai componenti della Deputazione dopo la deposizione delle reliquie del Patrono di Napoli al termine dell'Ottavario della Festa.

Potrebbe essere il gesto di ladri professionisti o, peggio, la sfida lanciata da uno dei tanti gruppi di baby camorristi che infestano proprio le strade attorno alla Curia. La sceneggiata si è conclusa degnamente con l'appello del sindaco De Magistris a restituire il maltolto. Il motivo? Rubare a San Gennaro «porta male».

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