Stefano Vladovich
Roma Si allontana nella Capitale lo spettro del razionamento dell'acqua. Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, si è assunto la responsabilità di prorogare, anche se per un tempo limitato, l'approvvigionamento dal lago di Bracciano, che continuerà in forma ridotta. Di fronte al rischio di problemi seri per gli ospedali e per la rete antincendio, rappresentato dall'Acea Ato2, responsabile della gestione idrica della capitale, la Regione ha emesso una nuova ordinanza che conferma il blocco delle captazioni dal lago di Bracciano a partire dal primo settembre e introduce la possibilità di prelevare dal bacino 400 litri al secondo fino al 10 agosto e 200 litri al secondo dall'11 agosto.
«Abbiamo scongiurato una grave crisi, che avrebbe pesato su centinaia di migliaia di cittadini, e impedito a Roma una figuraccia internazionale», ha commentato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti annunciando l'intesa tra la Regione e il governo alla Camera dei Deputati. Nel dare l'annuncio dello scampato pericolo, Zingaretti non ha risparmiato critiche alla sindaca Virginia Raggi, che poco prima, in una conferenza stampa convocata in tutta fretta, aveva sollecitato l'intervento del governo e la dichiarazione dello stato di emergenza, ribadendo quanto fosse intollerabile che Roma venisse privata dell'acqua. «Ciascuno di noi ha fatto la propria parte, adesso il governo e la Regione devono fare la loro, si devono assumere la loro responsabilità perché non possono tagliare l'acqua a 1,5 milioni di romani», aveva detto la sindaca. Il governatore non ha lasciato correre. Anzi ha replicato con durezza: «Vedendo le dichiarazioni delle ultime ore, anche in questa occasione, la sindaca Raggi ha confermato di essere troppo abituata a scaricare le responsabilità su altri e non assumersi mai le proprie. E credo sia il caso di denunciare un rischio molto grave e di dire attenzione perché se si continua così, anche per questo atteggiamento, Roma rischia di morire».
Zingaretti ha voluto sottolineare che la Regione ha emesso le ordinanze per non lasciare a secco la Capitale, ma ha ricordato ai romani che «chi garantisce il servizio idrico alla città si chiama Acea». Ha inoltre intimato a Roma Capitale di eseguire azioni volte al risparmio idrico e ad Acea di presentare un piano di riduzione delle perdite.
Al di là dello scontro tra Regione e Comune, il ministro Galletti ha ricordato che quelli adottati sono provvedimenti tampone: «Serve la manutenzione delle reti e questa deve cominciare da subito, dal mese di agosto, per evitare il più possibile le perdite, in maniera da trasformare Roma in una città, non dico d'eccellenza, ma almeno normale».
Quanto allo stato di emergenza chiesto dalla sindaca, il ministro ha spiegato che il Consiglio dei ministri ne ha preso atto e che in settimana ci saranno degli approfondimenti da parte dell'osservatorio dei bacini idrici e, se ci sono le condizioni, si procederà.Dell'emergenza acqua ha parlato anche il New York Times, indicandola come un segnale «dell'impotenza politica, dell'inettitudine manageriale e del complessivo declino».
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